Alonso, Vettel, Hamilton: il giudizio di tre ex-piloti

E che dire di Alonso? Anche lui, animale da gara e talento purissimo riconosciuto da tutti, meriterebbe una posizione decisamente migliore in questa speciale graduatoria, ma ad avviso di Nigel Mansell la sua carriera avrebbe subito un brusco stop peer colpe non sue. Dunque, questa sarebbe una conferma della tesi che l’asturiano ha un potenziale incredibile che è stato bruciato dagli eventi, da circostanze che nemmeno lui era in grado di gestire.

A leggere meglio le parole del Leone, però, Alonso ha pagato il prezzo delle sue decisioni, così come sostenuto dal padre di Jaime Alguersuari (anche lui ex-pilota di moto), il quale ha sentenziato che Alonso ha avuto in mano la chiave della sua prigione ma non l’ha mai aperta. Di certo, però, ci sono state anche delle circostanze del tutto indipendenti dall’asturiano che hanno influito anche sulle sue decisioni, una tra tutte la “rivoluzione” imposta da Marchionne che ha tolto di mezzo Stefano Domenicali per sostituirlo con Marco Mattiacci.

A parere di chi scrive, gli ex-piloti hanno messo a nudo pregi e difetti dei loro successori iridati aldilà della facile retorica con la quale questi stessi piloti vengono a volte osannati e a volte criticati, quasi a simboleggiare che per certi aspetti, soprattutto quelli umani, la Formula 1 non è poi tanto diversa da quella del passato. I piloti, infatti, non sono degli automi e continuano comunque ad avere la capacità di emozionarsi (anche in auto), decidere, trasformare delle gare anonime in capolavori o disastri epocali, prendere delle decisioni che nel bene o nel male possono influire sulle loro carriere. Conservando, così, il loro lato più bello, quello umano.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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