Hamilton nella storia, eguagliato Schumacher a 68 pole position

Lewis Hamilton eguaglia il primo record assoluto di Michael Schumacher, raggiungendolo nella classifica di tutti i tempi a 68 pole position. Certo, passare dal record di Senna a quello di Schumacher era abbastanza “semplice”, ma ancora una volta, con tutte le evidenti differenziazioni e le distinzioni del caso, il traguardo conseguito da Hamilton assume il sapore dell’impresa.

Certo, la Formula 1 è cambiata dagli anni di fine secolo scorso, e le prime avvisaglie si sono avvertite già all’epoca del dominio del Kaiser, perché con il progresso tecnologico è mancata una dimensione “umana” della Formula 1, ma in questa nuova realtà del Circus l’inglese si sta rivelando uno dei migliori interpreti tanto della nuova realtà della Formula 1 quanto di quel valore aggiunto che rende un pilota, seppure già affermato, un fuoriclasse, ovverosia la versatilità. Hamilton, infatti, ha dimostrato di  andare forte nel giro secco su quasi tutti i circuiti in cui ha corso, interpretando nel migliore dei modi una Formula 1 nella quale i regolamenti consentono ai team di svolgere dei test unicamente in modo collettivo o al simulatore, essendo impedito ai team di svolgere dei test in autonomia.

Un primato che però assume anche un sapore particolare: Hamilton, a partire dal 2013, è stato proprio l’uomo chiamato a sostituire Michael Schumacher alla Mercedes al termine dell sua stellare carriera e la 68. pole arriva proprio sul circuito in cui il tedesco si è fatto conoscere al mondo intero, prima con la sua strabiliante 7. posizione in griglia di partenza nel 1991 e poi con la prima vittoria in Benetton nel 1992, frutto di un’ottima strategia e della capacità del tedesco di sapersi districare in condizioni al limite, nei giri in cui ha soffiato la vittoria a Nigel Mansell. Tanto per rendere la cosa ancora più suggestiva, Spa è anche il circuito dove Schumacher ha conquistato il suo settimo titolo mondiale, grazie a un secondo posto dietro a Kimi Raikkonen. Hamilton, nel corso degli anni, ha mostrato una maturazione anche sotto questo punto di vista, riuscendo a ottenere dei risultati quasi insperati proprio grazie a scelte strategiche azzeccate, sia in qualifica che in gara.

La Formula 1 cambia, cambiano le regole, cambiano i protagonisti, si evolvono le monoposto, ma i numeri no, i numeri sono freddi e implacabili e quel numero 68 davanti alle pole position conquistate dal pilota di Stevenage lo porta indiscutibilmente a toccare il vertice assoluto di questo sport. Giustamente o meno, questo è soggettivo (di certo, con i calendari a 20 gare è più facile raggiungere certi traguardi), ma gli va sicuramente dato atto dui aver compiuto un’impresa, suggellata dall’incredibile record della pista di Spa.

E forse non è un caso che a tributargli il giusto omaggio arrivato direttamente dalla famiglia Schumacher sia stato Ross Brawn, non solo come nuovo delegato tecnico della FOM ma anche perché è stato l’uomo che più di qualunque altro ha lavorato a stretto contatto con il Kaiser e che quel record delle 68 pole position ha contribuito a costruirlo quasi tutto, compresa anche la pole di Montecarlo del 2012. Hamilton, dunque, è indubbiamente uno dei massimi protagonisti di questo sport e, a 32 anni, probabilmente ha ancora qualche impresa da tramandare ai posteri.