F1 | GP d’Austria, il polmone verde del Mondiale

Quello d’Austria è il circuito più breve del mondiale, con meno curve ed il secondo per altitudine. Non per questo da sottovalutare, soprattutto andando a rivivere alcune edizioni storiche.

di Giuseppe Gomes

Che lo chiamiate Österreichring, A1 Ring, circuito di Zeltweg o Red Bull Ring, cambia poco. Certamente dalla sua prima edizione, nel 1964, il GP di Austria ha cambiato la propria conformazione, ma non tanto da stravolgerlo completamente. È il circuito più breve del mondiale e con meno curve, ma ciò non toglie che sia un tracciato particolare e non di semplice interpretazione. Tanti sali scendi, brevi rettilinei che richiedono una grande precisione sul pedale del gas sulle curve che li precedono. Cominciamo la nostra “passeggiata” nella storia del “polmone verde” del Mondiale.

1976, un GP che comincia ancor prima della gara. Perché? Il 76’ è l’anno della lotta mondale tra Hunt, su McLaren, e Lauda, su Ferrari, e il GP d’Austria è proprio successivo a quello di Germania, segnato dal rogo dell’austriaco. Dichiarato fuori pericolo di vita il 5 agosto, nello stesso giorno la Ferrari annunciò la propria decisione di abbandonare il mondiale, in protesta alle decisioni prese dalla FIA in merito al caso di Jarama, reinserendo in classifica la McLaren di Hunt dichiarata precedentemente illegale. In poche settimane, quindi, il GP d’Austria perde due grandi protagonisti: Lauda e la Ferrari. Due assenze che pesarono tantissimo sull’afflusso degli appassionati in autodromo. Nonostante tutte queste problematiche, quello del 76’ fu un GP particolarmente tirato, con una lotta serrata tra i primi sette dal primo all’ultimo giro. Alla fine la spuntò, ed anche questo entrò nella storia, per la prima ed ultima volta una Penske, quella di Watson, un anno dopo la morte qui in Austria di Donohue, ex pilota proprio per la Penske. L’irlandese, per festeggiare la vittoria, decise di tagliarsi la folta barba. Completarono il podio Laffite e Nilsson, con il futuro campione del mondo, Hunt, solo quarto.

Voliamo all’82’. Un anno tragico e catastrofico per la Ferrari, che in Belgio perse tragicamente Villeneuve e, nella gara precedente in Germania, vide Pironi, leader del mondiale, infortunarsi gravemente, tanto da dover ritirarsi dal mondo delle corse. Un mondiale che sembrava prendere tranquillamente la via di Maranello, vista la superiorità tecnica della 126 C2 e di talento dei suoi piloti. Invece arriva all’Österreichring con una sola vettura, condotta da Tambay. Il dominio visto al sabato delle Brabham BMW di Piquet e Patrese, si confermò la domenica, inseguite dalle due Renault di Prost ed Arnoux. Poi l’incredibile. Prima la Renault di Arnoux, poi la Brabham di Patrese, seguito dal compagno di squadra Piquet si ritirarono una dietro l’altra. In testa Prost con l’ultima Renault rimasta in gara, dietro di lui, ma staccato di 30”, Elio De Angelis con la sua Lotus. Al 49° giro anche la RE30B del Francese si ammutolisce, al comando va, per la prima volta nella sua carriera Elio De Angelis. Pensate sia finita qui? Assolutamente no, perché, a pochi giri dalla fine, anche la Lotus dell’italiano cominciò ad avere qualche problema, con Keke Rosberg che riescì a chiudere lo svantaggio dalla prima posizione. Ultimo giro, ultima curva, il finlandese provò a vincere al fotofinsh, ma chiuderà a soli 0.050” da De Angelis, che conquistò la sua prima (di due) vittorie nel mondiale, l’ultima per la Lotus con Chapmann, storico progettista, vivente. Dietro di lui Rosberg, futuro campione del mondo, e Laffite.

Gli anni dal 2000 al 2004 sono passati alla storia come “il dominio rosso”. E qui in Austria, la Ferrari in quegli anni dimostra decisamente in forma tra i sali scendi dell’A1-Ring. L’edizione 2002 però, non verrà ricordata solo per la grande superiorità della Rossa, ma per il più palese, evidente, sconcertante ordine di scuderia della storia…o almeno fino a quel giorno! Un week end che vide un Barrichello in ottima forma, autore di una grande pole al sabato. Al via le due Ferrari presero subito il largo, dimostrando una superiorità incredibile rispetto alle Williams, accumulando immediatamente un grande vantaggio. Mentre dietro di loro, tra ruotate, ritiri e penalità ne succedevano di tutti i colori, Barrichello continuava a condurre sul blasonato compagno di squadra. Neanche le due safety car (una delle quali causate da un incredibile crash tra Heidefeld e Sato) furono in grado di scalfire la leadership italo-brasiliana, davanti al compagno di squadra e alla Williams di Ralf Schumacher. Negli ultimi giri l’incredibile: direttamente dal muretto box arrivò l’ordine di scuderia Ferrari, dove venne chiesto a Barrichello di far passare Schumacher, in lotta per il mondiale. Il brasiliano scelse il modo più plateale per mettere in atto il tanto discusso ordine, rallentando proprio sul traguardo. Una manovra che generò tantissime polemiche, tanto da far dichiarare illegali gli ordini di scuderia sino al 2011, con la Ferrari che venne multata di 1 milione di dollari.

Anche l’edizione 2016 ha fatto scalpore per degli ordini di scuderia…non dati! Dal suo rientro nel mondiale 2014 sotto il nome di Red Bull Ring, il GP d’Austria è terreno di caccia per le due Mercedes. Il 2016 non si esclude da questa “tradizione”, con le due W07 che dominano la qualifica. Al via Hamilton mantiene la leadership, con Rosberg che invece perde un paio di posizioni. Dopo la prima tornata di pit stop, a condurre è la Ferrari di Vettel (partito indietro e che ancora non ha sostituito le sue Super Soft) davanti a Rosberg e Hamilton. Giro 27°, la posteriore sinistra della SF-60H esplode in pieno rettilineo, costringendo il tedesco della Ferrari a ritirarsi. Alla ripartenza Rosberg conduce davanti ad Hamilton Verstappen e Ricciardo. Dopo la seconda sosta, i due della Mercedes si mettono a caccia della Red Bull di Verstappen che, grazie ad una sosta in meno, si era issata sino alla prima posizione. Una volta ristabilite le gerarchie, ci si avvia verso gli ultimi giri, con Hamilton che dimostra di avere un passo nettamente migliore del compagno di squadra, tanto da raggiungerlo, puntarlo ed affiancarlo alla seconda curva dell’ultimo giro. Con una mossa disperata Rosberg cerca di spingere fuori il compagno di squadra, colpendolo. Ma è lui ad avere la peggio, con l’ala anteriore che si sbriciola, costringendolo ad alzare il piede. Dopo Barcellona, questo è il secondo contatto tra i due della Mercedes nella stagione 2016, con una gara che vide trionfare Hamilton davanti a Verstappene e Raikkonen e al compagno Rosberg. Nel dopo gara Wolff ammette che, con un ordine di squadra, probabilmente non si sarebbe arrivati ad una situazione del genere.

Cosa aspettarsi dall’edizione 2017? Quel che è certo è che si arriva con un carico di polemiche solo in parte sedato dal “no further action” della FIA a posteriori dell’incidente di Baku tra Vettel ed Hamilton. Una pista che, storicamente, vede in vantaggio la Mercedes, dominatrice delle ultime tre edizioni, ma che ha dimostrato, in questa stagione, di soffrire piste con le caratteristiche simili a quelle del Red Bull Ring, fatta di tratti in cui la trazione è fondamentale per poter sgusciare via dalle curve disegnate sulle colline austriache. È anche vero che, la superiorità di P.U. dimostrata a Montreal e Baku, spaventa e non poco, dato che la qualifica sarà fondamentale per disegnare anche parte della gara, essendo il Red Bull Ring un circuito non certo facile per passare. Bisognerà vedere come arriverà Vettel, al termine di una delle settimane più complicate della sua carriera, e che ha dimostrato una certa debolezza “psicologica” nei confronti del rivale in campionato. Non resta che aspettare sabato, per capire meglio quali saranno i valori messi in campo da Ferrai e Mercedes, senza dimenticare i padroni di casa, e neo vincitori nella stagione 2017, della Red Bull, pronti ad inserirsi nella sfida per la vittoria.

Orari GP d’Austria: diretta Rai/Sky

Venerdi 7 luglio

ore 10.00, F1, Prove libere 1

ore 14.00, F1, Prove libere 2

Sabato 8 luglio

ore 11.00, F1, Prove libere 3

ore 14.00, F1, Qualifiche

Domenica 9 luglio

ore 14.00, F1, Gara