Willi Weber – La benzina nel sangue, è un libro che tutti dovrebbero leggere. Gli appassionati di F1 per approfondire ancora di più le conoscenze in materia (e per rivivere periodi emozionanti) mentre chi non è proprio di casa con le monoposto, potrebbe avere la possibilità di scoprire un mondo.
Sì, perché grazie a questo libro si conosce la vita di Weber prima, durante e dopo Schumacher. La figura del manager baldanzoso e a tratti troppo convinto resta, ma a “giustificare” il suo atteggiamento, ecco la sua storia.
Willi è un uomo che si è fatto da solo e questo lo racconta (e ci tiene sempre a precisarlo) fin dall’inizio del romanzo. Non a caso la frase “Non ho mai perso di vista il mio obiettivo: dimostrare quanto valgo. Tutto questo mi ha portato al successo”.
Weber comincia a lavorare da ragazzo, si rimbocca le maniche e svolge diversi lavoretti umili che però gli permettono di avere una paga. Si potrebbe però definire scostante: cambia sempre, non appena l’ambiente in cui si trova non è più stimolante, il ragazzo cerca altro. La vera rivelazione arriva però quando apre il suo locale notturno: il protagonista scopre infatti uno spiccato senso per gli affari. Ha molta intuizione, è sempre un passo avanti agli altri e non si fa abbattere dalle difficoltà, anzi… trova sempre il modo di superarle!
Queste caratteristiche, che in gioventù lo portavano ad essere sempre un passo avanti agli altri, da adulto gli serviranno per affrontare molte gioie e soprattutto tanti dolori e tante delusioni. La vera svolta nella vita di Willi avviene quando nel 1988 gli nominano per la prima volta il nome di Michael Schumacher. All’epoca il futuro campione del mondo di F1, gareggiava nella Formula König, un campionato automobilistico tedesco minore. Le vite dei due si intrecciano perché Weber decide di investire sul grande talento del ragazzo che in pista “era come una scheggia”.
Da quel momento in poi tutto cambia. Notorietà, soldi, viaggi, monoposto rombanti, nottate in bianco con i meccanici, scuderia Benetton, periodo in Ferrari, mondiali vinti, incidenti. Il ritmo del libro diventa incalzante come una corsa di F1: non vorresti mai che finisse ma non vedi l’ora di sapere come sarà il finale, se ci sarà qualche colpo di scena. Quello che più mi ha colpito di questo romanzo, a parte la velocità con cui si legge, è che non è mai scontato.
Quando il lettore e credo nella maggior parte dei casi, gli appassionati di F1, credono di sapere cosa farà o dirà Willi, ecco che invece avviene il contrario. Questo per dire che nelle pagine in cui Weber si racconta c’è solo verità, per lo meno la sua. Memorie che sono intrise di emozioni e che portano chi legge ai tempi d’oro del Circus. L’ultima parte della storia è ovviamente dedicata al tragico episodio di cui è rimasto vittima Schumacher.
C’è il racconto dei fatti, ma c’è un racconto che va oltre a questi, che è propriamente personale e che fa riflettere. Nonostante Willi abbia passato buona parte della propria esistenza al fianco di Michael, ora, come all’epoca dell’incidente, non sa nulla delle sue condizioni. In questo mood dolce amaro (amarissimo), termina il romanzo che tutti dovrebbero leggere perché parla sì di F1 ma soprattutto parla di vita.