F1 | Storia: Rosberg-Hamilton rivali come Senna e Prost?

Nico Rosberg e Lewis Hamilton. Una coppia di ex-amici che si ritrovano a dover combattere all’interno della stessa scuderia, lottare senza esclusione di colpi per quello che è il traguardo più ambito da ciascun pilota, il titolo mondiale. Fino alle stagioni scorse, i colpi sotto la cintura ci sono stati, ma sempre rimanendo in una cornice di sostanziale fair play, forse memori di un ordine di scuderia impartito da Paddy Lowe in Bahrain nel 2014, quando chiese ai due di riportare le vetture sane in garage. In questo 2016, però, si è arrivati allo scontro fisico ravvicinato ed è emerso il loro carattere di rivali: a Barcellona entrambi si ritirano nel corso del primo giro (si scoprirà poi per un errore del tedesco) e in Austria c’è stato un altro scontro tra i due a meno di un giro dalla bandiera a scacchi.

Sulla grande rivalità tra i due si è scritto fin troppo, compreso lo scomodissimo paragone tra la loro rivalità e quella tra Alain Prost e Ayrton Senna. Tirata fuori tanto, forse troppo a sproposito, vuoi perché Hamilton ha Senna come suo idolo indiscusso, vuoi perché il cognome Rosberg è legato a Prost, visto che Keke è stato compagno di squadra del fuoriclasse francese negli anni in cui si aggiudicò il secondo dei suoi 4 titoli mondiali. Una storia che, giocando con un po’ di fantasia, era stato lo stesso Hamilton a introdurre, dicendo, riferito a Nico Rosberg: “Io sono Senna e lui è il mio Prost“. Quanto c’era di vero in quella frase? Poco, forse. Ma se si analizzano gli episodi di quest’ultima stagione, dove le frecciatine avvelenate si sono trasformate in vere e proprie ruotate, ecco che la sovrapposizione con i compagni rivali più acclamati e discussi delle stagioni 1988 e 1989 (anni della coabitazione in McLaren) è servita.

Basterebbe citare, senza scomodare il famigerato episodio di Suzuka nel 1989, alcuni duelli ravvicinati che si sono avuti già nel corso delle prime apparizioni del discusso brasiliano con la tuta della McLaren (che non aveva peli sulla lingua nell’ostentare le proprie qualità e le proprie scelte, non abiurava il denaro ed era arrivato in McLaren praticamente imposto dalla Honda) e hanno infiammato il pubblico e i giornalisti, con Ron Dennis impotente ad assistere da spettatore a quello che i due fuoriclasse stavano combinando in pista. E, ovviamente, la lotta impazza da subito, visto che i _49862285_portugal1988_640due sono magnificamente supportati dalla superlativa McLaren MP4/4 vincitutto. E se c’è un episodio che, in quella stagione, sarà l’antipasto di quel duello che si consumerà a Suzuka un anno dopo, questo potrebbe certamente essere rappresentato da quanto accade sul circuito dell’Estoril. Magic e il Professore sono reduci dal doppio forfait di Monza e sono alla ricerca del riscatto immediato. I due ritrovano facilmente la strada della pole position, con Prost che riesce a beffare Senna, il quale dimostrerà lungo tutta la sua carriera grandissime doti sul giro secco, e a guadagnarsi la partenza al palo.

Ma quello che a Senna non riesce in prova, riesce in gara. Infatti, allo spegnimento dei semafori lo scatto di Ayrton sorprenderà il compagno-rivale, che sarà solo costretto ad accodarsi e incollarsi ai tubi si scarico del brasiliano. Ma il Professore sa bene che la tattica migliore è sempre quella dell’attesa. Breve, praticamente immediata. Giusto il tempo di percorrere unno dei 70 giri in programma e puntuale arriva l’attacco del francese, che cerca di farsi strada all’interno. La reazione di Ayrton non si fa attendere ed è forse uno degli episodi più controversi della carriera del brasiliano, visto che tenta di stringere a muro Prost, che non molla il piede dall’acceleratore, si fa largo e riesce a infilarsi all’interno di Senna e a superarlo in fondo al rettilineo. Voleranno parole grosse al termine della gara, con il francese, evidentemente scosso dall’episodio, che accuserà il brasiliano di aver cercato di mettere a repentaglio l’incolumità del compagno di squadra, che di lì a poco sarebbe diventato solo un rivale.