F1 | Monza: i sindaci SIAS analizzano i compensi a Dell’Orto

L’affaire Monza si arricchisce ogni giorno di nuovi particolari. Dopo le richieste di Bernie Ecclestone e le pressioni di Angelo Sticchi Damiani, la Sias ha deciso di passare all’azione interna, visto che, dopo che il direttore amministrativo Francesco Ippolito è stato messo in malattia poco prima dell’approvazione del bilancio 2015,  il Collegio Sindacale ha aperto un’istruttoria sui conti dell’ente che ha in gestione l’Autodromo di Monza, mettendo sotto osservazione proprio il suo presidente Andrea Dell’Orto, principale bersaglio delle critiche del Supremo.

Sono infatti proprio le retribuzioni del presidente della Sias quelle per cui il Collegio Sindacale ha chiesto chiarimenti, in particolare un doppio compenso che lo stesso Dell’Orto pari a 135.000 Euro complessivi, di cui 80.000 legati ad attività di promozione per la trattativa con Ecclestone, che però è passata nelle mani dell’ACI,  e 55.000 per lavori di ricerca di finanza straordinaria, che sono quelli svolti per il reperimento dei fondi per il pagamento alla FOM della quota necessaria al rinnovo del contratto. Spese probabilmente esorbitanti che hanno catturato l’attenzione del collegio sindacale, che vorrà certamente dei chiarimenti dopo il buco di bilancio di 1,5 milioni di Euro dichiarato dallo stesso Dell’Orto a fine 2015 (ripianato da ACI Milano) e per questo sta setacciando tute le spese sostenute dopo l’ingresso della nuova compagine sociale avvenuto ad agosto 2014.

Spese, dunque, legate al futuro del Gran Premio e relative a incarichi che lo stesso Dell’Orto si sarebbe auto-attribuito e che, se non giustificato, costituisce un elemento che finisce per dare ulteriore credito alle tesi di Bernie Ecclestone, che ha sfiduciato Dell’Orto e Ferri fino al punto di chiederne l’allontanamento. E a questo punto, Ivan Capelli sembra messo alle strette anche dai fatti e non solo dalle dichiarazioni di Ecclestone: o caccia Dell’Orto e Ferri in tempi rapidi oppure rischia di saltare anche lui e l’ACI Milano rischierebbe il secondo commissariamento a pochi anni di distanza.