13 novembre 2014 – La Caterham ricorre al finanziamento collettivo per raggiungere un obiettivo: racimolare 2,35 milioni di sterline per partecipare all’ultima gara stagionale in programma sul circuito di Yas Marina ad Abu Dhabi. L’ambizioso progetto è stato annunciato dal manager della società che ha in carico l’amministrazione controllata della scuderia malese capitanata da Tony Fernandes, la Smith & Williamson, il quale ha annunciato un progetto che si divide in due fasi.
Infatti, Finbar O’Connell, in un’intervista di ieri al Daily Telegraph aveva precisato:
“Stiamo discutendo con diverse persone che potrebbero fare un sostanzioso investimento. E’ possibile che se arriviamo a 1,8 milioni di sterline domani e abbiamo 0,5 milioni di depositi dalle donazioni potremmo prendere una decisione esecutiva di andare ad Abu Dhabi. Non vogliamo nascondere la situazione drammatica ma potrebbe essere che riusciamo ad essere vicini all’obiettivo con le donazioni dei tifosi e il budget sia completato da degli investitori seri. Stiamo cercando di sottoscrivere contratti che possano riempire un buco enorme. Credo ancora fortemente che saremo in gara.“
Della bontà dell’operazione sembrano convinti non solo i vertici della Caterham, ma anche molte persone che ruotano nell’ambiente della Formula 1, non solo per l’immediato futuro ma anche per le soluzioni a lungo termine. Anche se l’unica voce che sembra avere qualche dubbio in merito sembra essere quella di Bernie Ecclestone:
“L’interrogativo è se una volta che arrivano ad Abu Dhabi hanno abbastanza denaro per tornare a casa. Ho parlato regolarmente con l’amministratore. Se sono ad Abu Dhabi rimangono nel campionato.”
Una voce fuori dal coro c’è, ed è quella di Gerard Lopez, patron della Lotus, che dice:
“E’ una cosa unica e penso che sia triste se si pensa per cosa viene usata: la Formula 1, che è un business da 1,6 miliardi di dollari che distribuisce oltre 900 milioni di dollari. E ci viene chiesto se la raccolta fondi popolare sia una buona idea per riportare un team in pista. Seriamente? Allora è ancora più disastroso di quanto pensi, in termini etici.”