9 ottobre 2014 – Nei giorni in cui Jules Bianchi sui trova in un letto d’ospedale in Giappone, e precisamente al Mie General Medical Center di Yokkaichi, in segno di augurio di pronta guarigione allo sfortunato pilota francese ricordiamo un episodio in cui un altro pilota che ha avuto una sorte analoga ce l’ha fatta, si è risvegliato dal coma, è tornato a correre ed è riusvito additrittura a vincere 2 titoli mondiali; stiamo ovviamente parlando di >Mika Hakkinen e del suo terribile incidente accaduto nel 1995, nell’ultima gara che si è disputata ad Adelaide.
Quella gara sembra proprio il classico ultimo giorno di scuola, con i due titoli mondiali già assegnati in anticipo a Michael Schumacher e alla Benetton, che festeggia l’unico trionfo iridato della sua carriera, e una Williams costretta a leccarsi le ferite dopo essere uscita malconcia dal confronto con il team di Enstone. Si tratta dell’ultima gara con il sistema ddelle doppie qualifiche, al venerdì e al sabato, e la prima sessione sarà il teatro del dramma di quello che diventerà poi il più grande asso finlandese della storia. Durante un giro cronometrato, Mika è vittima di una foratura mentre sta giungendo alla Brewery band, curva velocissima a sinistra che immette sul lungo rettilineo di ritorno e dove il finnico perde il controllo del mezzo, che diventa una scheggia impazzita e va a sbattere violentemente contro le gomme ai lati della pista. Il risultato è che il finnico si rompe uno zigomo e la lingua. Ma quello che forse è l’elemento più grave e imopressionante è il movimento della testa che si scuote violentemente da destra verso sinistra e da sinistra verso destra. Mika perderà i sensi e andrà in coma. Riceverà le visite di molti colleghi, tra cui Berger, però i sanitari da subito si serano dichiarati ottimisti.
“Le condizioni di Hakkinen appaiono serie, stabili ma soddisfacenti. Il pilota e’ sottoposto a sedativi e a respirazione artificiale”. Questo il primo bollettino medico diffuso dal Royal Adelaide Hospital, ma il freddo Mika mostra una forza d’animo impressionanti e già nella notte le cvose cambiano sensibilmente. “Il paziente sta riprendendo progressivamente conoscenza, quando gli si parla, comincia a muoversi, anche se resta in terapia intensiva”; eccolo, il caparbio Mika, l’uomo che non molla mai, non vuole perdere tempo e che vorrà riprendere da subito il terreno perduto.
Nel frattempo, il tracciato viene ispezionato metro per metro, alla ricerca di tutti i punti deboli, da Schumacher, Hill e Berger, oltre che dal direttore di corsa Roland Bruynseraede, in quella che sarà l’ultima edizione che si correrà ad Adelaide. Hakkinen sembrava essere stato profetico (ahilui) nella conferenza stampa del giovedì, dove dirà: “Ci sono molte curve difficili, su un tracciato che risulta accidentato e polveroso”. Quasi un èpresagio di quello che è effettivamente successo: una foratura della gomma, che si è afflosciata probabilmente andando a pizzicare un cordolo, compie uin 360°, si solleva per aria e va a sbattere a 220 km all’ora contro il guard-rail, con queste terribili conseguenze. Gli basteranno pochi giorni per risvegliarsi e, come se non bastasse, poche settimane più tardi, nel corso dei test invernali, ecco che fa nuovamente la sua comparsa nella sorpresa generale, come se quella botta non ci fosse mai stata.
Mika Hakkinen correrà e vincerà, dimostrando una determinazione e una grinta incredibili, quasi come se l’incidente lo avesse stimolato ancora di più, se gli avesse dato una spinta ulteriore a premere a fondo il pedale dell’acceleratore, a staccare al limite, a disegnare le curve in mkodo perdfetto, tutte caratteristiche che, anche grazie alle preziose vetture disegnate da Adrian Newey, lo porteranno a laurearsi Campione del mondo per ben 2 volte.
Sperando che un po’ di quella grande spinta arrivi anche allo sfortunato Jules Bianchi, questa piccola ma intensa storia che ha rivoluzionato in parte il mondo della Formula 1 (sono state introdotte le protezioni laterali alla testa del pilota) ci ricorda che anche nei momenti di grande sofferenza i pilotin sono sempre stati dei grandissimi esempi di coraggio e di forza d’animo. E quindi… keep fighting Jules!