09 ottobre 2014 – Fonti inglese parlano di uno strappo insanabile tra Alonso e Mattiacci avvenuto a contorno del GP di Singapore.
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Il tutto è riportato dal giornalista Inglese Mark Hughes e se è vero che l’episodio non è stato portato all’attenzione del pubblico dai media italiani è altrettanto vero che la notizia non è stata smentita dai diretti interessati. Hughes riporta su Motorsport Magazine che l’incontro tra Alonso e il team-principal aveva come focus il futuro del pilota spagnolo all’interno della Ferrari.
Il Gp di Singapore, seppur palesando un distacco medio decisamente inferiore al solito, aveva mostrato nel suo risultato sportivo tutti i limiti della monoposto e tutti i pregi del pilota dal punto di vista della guida. Alonso si è presentato forte della sua posizione di campione indiscusso e irritato dalla poca competitività del mezzo mentre Mattiacci pare avesse idee diverse su quello che doveva essere il comportamento del pilota nei confronti della squadra.
Non è la prima volta che trapela al di fuori della squadra il malumore di Alonso, così come le voci che non lo vedono come uomo squadra capace di legare e creare sintonia con tutti i membri del team. Secondo Hughes tale riunione ha avuto il preciso obiettivo di definire la rottura tra il pilota e il team. Mattiacci avrebbe insistito sul maggiore impegno che Alonso avrebbe dovuto impiegare per contribuire alla crescita del progetto ponendo inoltre un assoluto veto su un eventuale aumento di stipendio. La reazione del pilota sarebbe stata forte, con parole pesanti indirizzate al team principal italiano. Senza giri di parole Hughes riporta un “son of b**h” assolutamente semplice da comprendere anche per gli italiani!
Senza più Domenicali e Montezemolo la questione pilota è stata dunque affrontata con il desiderio e l’obiettivo di avere, all’interno della Ferrari, un pilota meno star è più aziendalista. Da qui la virata già il giorno successivo nei confronti di Sebastian Vettel al quale Mattiacci conferma il pre-contaratto con la rossa divenuto poi la notizia che tutti ormai conosciamo.
In conclusione l’apporto di Alonso all’interno della Ferrari è stato sì inappuntabile ma sicuramente troppo accentratore, mai un vero e proprio lavoro di squadra. Una filosofia che con il tempo ha fatto passare in secondo piano il suo enorme talento sfaldando i delicatissimi equilibri dei rapporti umani tra i membri del team, dove tutti lavorano per il risultato di uno.