Bernie Ecclestone è notoriamente un personaggio controcorrente che ha gestito per anni il Circus della F1 spesso mettendosi contro tanti protagonisti all’interno del paddock, tra i quali anche i vertici federali, fino ad arrivare alla sua uscita di scena che si è materializzata alla fine del 2017. Ma il Supremo non ha mai perso la sua vena ironica e polemica allo stesso tempo e il suo bersaglio preferito è rappresentato da coloro che hanno preso il suo posto, vale a dire proprio gli americani di Liberty Media.
Prima la discussione degli effetti della guerra tra Russia e Ucraina, con la cancellazione del GP di Russia e la cacciata di Nikita Mazepin dalla Haas; ora è il turno del GP di Miami a finire sotto le critiche di Ecclestone, che nel fare scherzosamente i complimenti a Liberty Media ha commentato con una frase lapidaria: “Tante cose stupide vengono dall’America…“
E alla fine verrebbe da dire che ancora una volta ha ragione, se si considera sia quanto è accaduto dentro e fuori il GP di Miami, con i protagonisti della gara che si rendono spettatori del mondo sportivo a stelle e strisce o si cimentano con le specialità made in USA prima delle gare o con la finta baia con gli yacht ormeggiati al bordo del circuito, quasi a scimmiottare il circuito di Montecarlo.
Tutto questo è il simbolo di una gestione che si sta rivelando molto problematica, in cui la continua evoluzione del calendario ha portato alla creazione di circuiti nuovi nel giro di pochi mesi e alla sparizione di altri che avevano contratti già sottoscritti senza nemmeno aver disputato una gara (vedi Hanoi) con la novità assoluta delle tre gare americane.
Long Beach per inciso non sarà nemmeno lontana parente del circuito tristemente famoso per l’incidente di Clay Regazzoni nel 1980. Sono spariti circuiti che avevano attirato l’apprezzamento dei piloti come il Mugello per lasciare spazio a Losail, Jeddah, Miami e Long Beach.
Una grande confusione che, insieme alle problematiche tecniche e regolamentari di cui non si finirà mai di discutere, porta solo un grande danno di immagine alla F1, che Ecclestone ha colto e interpretato con ironia.
Ecclestone era stato criticato proprio per gli stessi fatti per i quali adesso vengono accusati i vertici di Liberty Media ma c’è una differenza: la nuova gestione sta puntando tutto sulla spettacolarizzazione del Circus, con l’intento di avvicinare il pubblico in pista, ma questo si mette in netta contraddizione con quello che accade con la gestione dei diritti televisivi, con il pubblico che ormai non ha più a disposizione la possibilità di fruire dello spettacolo in diretta se non attraverso gli abbonamenti alle pay-TV.
Una serie di scelte e di decisioni che hanno fatto storcere il naso ad appassionati e addetti ai lavori e che si spera possa portare anche a dei cambiamenti. Altrimenti l’anticonformista Ecclestone continuerà nelle sue critiche.
E chissà che anche stavolta non abbia ragione…