F1 | Arabia Saudita: si corre nonostante gli attentati

F1 Arabia Saudita

Alle 2:30 del mattino (ora locale) la F1, composta da piloti e rappresentanti, sembra essere arrivata a una conclusione: a Jeddah si correrà. Decisione duramente contestata da tifosi ed esperti del settore.

Dopo oltre quattro ore di riunione sembra essere arrivata la decisione più attesa: il Gran Premio dell’Arabia Saudita si correrà. Infatti, al termine della prima sessione di prove libere, Jeddah è stata lo scenario di un attentato a una struttura Aramco a pochi chilometri dal circuito cittadino. Un evento che ha destato molti dubbi sulla sicurezza del luogo, tra piloti e addetti ai lavori.

A causa di quanto accaduto poco prima, la seconda manche di prove libere è slittata di qualche minuto, mentre piloti e rappresentanti dei team sono stati convocati nuovamente in una riunione che ha avuto inizio alle ore 22:00 locali. Un meeting terminato alle 2:30 del mattino, quando il primo ad annunciare la decisione ai giornalisti è stato Christian Horner. “Correremo”, ha dichiarato il team principal della Red Bull.

Secondo voci dal paddock, inizialmente diversi piloti non sembravano d’accordo nel proseguire con il weekend di F1 a Jeddah. Questo dovuto alle condizioni di sicurezza, instabili quanto meno all’apparenza. Una preoccupazione più che lecita, al netto di quanto accaduto nel tardo pomeriggio.

Tra i rappresentanti del sindacato dei piloti GPDA presenti in loco figurava solo il nome di George Russell. Difatti, Sebastian Vettel si trova attualmente confinato a casa sua in Svizzera dopo aver contratto il Covid-19. Probabilmente, qualora si fosse trovato nel Circus nel corso di questo weekend, da parte sua sarebbe arrivato un segnale forte.

La decisione intrapresa dai piani alti della F1 ha suscitato non poche polemiche. Infatti, sono in molti a sostenere che non è sicuro correre a Jeddah questa domenica, con un rischio di missili. Ma forse, ancora una volta, ruota tutto attorno al guadagno.