Cala il sipario anche sulla seconda gara della stagione 2024 della F1, con un podio uguale (se guardiamo le scuderie) a quello del Bahrain con doppietta Red Bull e terzo piazzamento per una Ferrari. Se osserviamo i piloti, davanti a tutti c’è sempre Max che si tira dietro il compagno di squadra Sergio Perez, che ha chiuso a più di 13 secondi dall’olandese, complice anche una penalità di 5 secondi dati al messicano a seguito di uno sgarbo fatto ad Alonso durante l’unico pit stop della corsa. Mentre questa volta a portare sul podio il cavallino è stato Charles che appena prima della bandiera a scacchi è riuscito anche ad ottenere il giro veloce.
In realtà, il vero vincitore di ieri è Oliver Bearman. Le aspettative su di lui c’erano, ma si pensava che se fosse riuscito a portare la macchina a casa già sarebbe stato un successo. Invece il diciottenne britannico ha sbaragliato tutti, con un ottimo 7° posto che è stato voluto, costruito ed ottenuto con fatica, molta fatica. Bisogna considerare che Oliver gareggia in F2, dove le auto hanno una velocità minore, una tecnologia più “semplice” e le gare durano meno d’un’ora.
Il rampollo della Ferrari è stato perfetto in ogni momento della gara, dalla partenza con gomme rosse (l’unico insieme a Bottas ad usare questa mescola) che gli hanno permesso di sentirsi più a suo agio con una vettura a pieno carico di benzina, al pit stop molto anticipato, dopo il botto di Stroll e l’ingresso della Safety Car, al quale l’inglese ha montato le hard e da lì in poi ha spinto e gestito fino all’agognato traguardo. Questo gp è stato molto faticoso per lui, soprattutto dopo la prima metà di gara, quando è iniziata a subentrare la stanchezza fisica, evidente nel momento in cui nelle curve più veloci e lunghe il giovane appoggiava la testa ai lati dell’ Halo per compensare le forze G che hanno messo a dura prova il suo collo.
Non è stato certo questo a fermare l’inglese, che ora torna in F2, con la certezza che un sedile in F1 per il 2025 se l’è guadagnato. È doveroso sottolineare come il circuito di Jeddah non sia proprio il più adatto, o il più semplice per un debuttante nella massima serie, ma è proprio questo a rendere Oliver Bearman il vincitore, almeno morale, del gp dell’Arabia Saudita.