Cordovani: “No a stravolgere tutto il DNA della F1!”

Andrea Cordovani, direttore di Autosprint, è intervenuto ai microfoni di Pit Talk per parlare dell’ultima idea di Stefano Domenicali da introdurre in F1: il “Grande Slam”. Una trovata che stravolgerebbe l’intero DNA della categoria regina del motorsport a ruote scoperte.

 

 

La F1 “del futuro”, modellata da Liberty Media e da Stefano Domenicali, è alla ricerca di soluzioni efficaci per poter attirare gli appassionati più giovani e aumentare la propria spettacolarità. Tra i vari tentativi messi in campo dall’amministratore delegato italiano figura la Sprint Qualifying, già vista in occasione di Silverstone e Monza.

Il nuovo format ha fin da subito suscitato curiosità nei confronti di coloro che avevano deciso di testare questa novità prima di emettere una sentenza a priori, ma già dopo il primo appuntamento in terra britannica una buona percentuale di tifosi ed esperti aveva decisamente cambiato idea. Una percentuale aumentata senza alcun dubbio a seguito del Gran Premio d’Italia.

Ma in realtà è l’ultima trovata di Domenicali ad aver suscitato grande scalpore e, soprattutto, grande disapprovazione. Secondo le sue ultime dichiarazioni, si è valutata l’ipotesi di introdurre una sorta di “Grande Slam” all’interno del campionato. In altre parole: si assegnerà un premio aggiuntivo per chi conquisterà più punti nella “classifica” riguardante le gare sprint. Un po’ come accade nel tennis, si potrebbe pensare… peccato che abbiamo a che fare con motori e aerodinamica e non con racchette e palline.

Ma cosa ne pensano gli amanti del motorsport e gli esperti del settore? Ecco cosa ci ha detto Andrea Cordovani, il nostro ospite di questa settimana:

Io penso che se si vuole aumentare lo spettacolo probabilmente non bisogna mutuare esempi da altri sport. La F1 ha un seguito di appassionati anche giovani, però insomma è come dire che in una partita di calcio bisogna sopportare una squadra che fa 4-0 e poi ci divertiamo a vedere se l’altra risponde. Non sono d’accordo a stravolgere tutto il DNA della F1. La corsa sprint, ad esempio, da Silverstone a Monza è stata tutta una cosa diversa, mi è già venuta noia. Non vorrei che questa sensazione che dà a me, la dia anche agli altri. Ovvio, non bisogna essere contrari alle novità, però bisogna quanto meno “sbuffare” davanti a delle soluzioni che snaturano un po’ troppo la F1.

Accogliere le novità va bene, ma cercare di modificare la natura di uno sport è ben poco accettabile. La F1 ha bisogno di maggiore competitività: l’unico ingrediente che può essere, forse, davvero efficace al fine di attirare maggiori spettatori. Il titolo slam è giusto che continuino a contenderselo campioni del calibro di Djokovic, Nadal e Federer. E non dei piloti che corrono a oltre 300 km/h.