A mente fredda possiamo analizzare il primo week end di Formula 1 caratterizzato dal debutto del nuovo format sprint race. I pareri sono diversi ma convergono su un punto: così la pole position è mortificata.
Il GP di Silverstone ha visto debuttare il format sprint race che sarà ripetuto in altre due occasioni quest’anno. E’ preso per dare un parere definitivo ma il weekend inglese è servito per dividere e creare un costruttivo dibattito tra appassionati ed addetti ai lavori.
subito una riflessione. La gara della domenica è stata caratterizzata da un episodio particolare che accenderà ancora di più la rivalità tra Hamilton e Verstappen. La collisione tra i due, al termine di una battaglia infuocata dallo start alla curva Copse, è avvenuta di domenica!! E’ li che si corre col coltello tra i denti. Al sabato nessuno dei due avrebbe messo a repentaglio la macchina rischiando di partire ultimo. Ecco allora … che senso ha una gara di 100 KM al sabato se i piloti poi devono correre con la priorità di non danneggiare le monoposto?
Secondo alcuni è un modo per portare più gente in autodromo ed è vero. Silverstone era sì piena ma a piena di persone che dopo quasi due anni di pandemia vuole riappropriarsi delle propria vita. Va considerato. Nel mondo invece alzi la mano chi ha visto le qualifiche al venerdì sera e la mini gara del sabato? Io no, la gente lavora o semplicemente ha anche altro da fare come ha giustamente sottolineato a Pit Talk Sabbatini. La Formula 1 è passione ma anche attesa dell’evento. 21 gare che durano tre giorni penso che vadano a svalutare l’interesse verso i Gran Premi. La corsa dev’essere un divertimento per il pubblico a casa non un impegno che ti occupa tre giorni 20 volte l’anno.
Poi su tutto spicca una cosa. In questo format, parliamo di un esperimento e noi un esperimento commentiamo, viene mortificata la Pole Position. Gli americani devono sapere che la Pole in Formula 1 è sacra. Rappresenta ( oggi già non più pienamente) il livello massimo possibile della prestazione della macchina unita a quella del pilota. Un giro soltanto, al massimo, spesso irripetibile al tentativo successivo.
100, 68, 65, 57, 33 non sono numeri a caso ma legati a nomi come Hamilton, Schumacher, Senna, Vettel, Clark e Prost rappresentano le loro pole conquistate in carriera. Altri tempi, altre macchine ma un valore comune. Esser ricordati come i più veloci. Far parte di un albo d’oro tra tradizione e storia. Ecco tutto ciò non può esser spazzato via dall’idea di assegnare la pole dopo una garetta di 100 Km. Non è Formula 1. Nemmeno in Indy hanno mai pensato ad una boiata del genere.
Come dice Vandone (cit. Pit Talk) il format potrebbe non essere male ma andrebbe rivisto e corretto. La sprint race non dovrebbe impattare sulla griglia della domenica affinché diventi davvero una gara vivace. La sprint race dovrebbe esser una gara fine a sé stesa e non un modo per assegnare la pole. Quella andrà data al venerdì perché l’idea del giro più veloce, della massima prestazione unita alla tecnologia e allo sforzo umano per nessun motivo dovrà mai più essere mortificata in Formula 1.
La mia opinione a riguardo è trasversale. La cosa non mi entusiasma affatto ma devo dire che se si vuole movimentare un po’ il week end, assegnando categoricamente la pole al venerdì, è proponibile. Non tutto l’anno però, Il rischio di inflazionare il prodotto Formula 1 anziché aumentarne l’interesse è alto.