F1 | Shovlin: “Hamilton è uno dei piloti che lavora più duramente”

Hamilton P1 Nurburgring

Andrew Shovlin, capo ingegnere della Mercedes, parla di Lewis Hamilton e del duro lavoro che c’è dietro al suo successo in F1. Un pilota professionista che tende a migliorarsi sotto ogni punto di vista: in pista e nella vita quotidiana.

Successo dopo successo Lewis Hamilton sembra abbattere qualsiasi muro e stabilire nuovi record che portano la sua firma. Un pilota messo spesso in discussione e paragonato a miti del passato come Ayrton Senna e Michael Schumacher, soprattutto dopo aver tagliato il traguardo delle 91 vittorie in carriera.

A spiegare cosa c’è dietro il successo del sei volte campione del mondo è il direttore tecnico di pista della Mercedes, Andrew Shovlin. Oltre a essere veloce (non avevamo alcun dubbio!), l’anglo-caraibico è un pilota che lavora molto duramente:

Lewis è un pilota che molti dei suoi avversari potrebbero pensare sia solo veloce in macchina, ma non molto laborioso (al di fuori dell’auto, n.d.r.). Lewis è uno dei piloti che lavora più duramente. Più conosce le gomme, la macchina e l’uso di altri ausili, meglio può integrarli nella sua guida.

Shovlin parla, inoltre, del costante confronto del #44 della Mercedes con il suo ingegnere Peter “Bono” Bonnington e l’intero team, al fine di trovare una soluzione e lavorare su di essa, specie dopo una sconfitta. A suo dire, è questa la vera forza di Hamilton.

È così che continua a sviluppare le sue capacità. E con una carriera così lunga si potrebbe pensare che un pilota un giorno raggiungerebbe il suo apice. Lewis, invece, trova sempre cose nuove e diverse per capire come può ottenere ancora di più dalla macchina e dalle gomme.

Guardandosi indietro, afferma che Lewis è decisamente cambiato dentro e fuori dall’abitacolo, così come è cambiato anche il suo modo di lavorare. Da professionista qual è tende a migliorare non solo il suo stile di guida, ma anche il suo stile di vita in generale.

In quest’ultima settimana, dopo il Gran Premio dell’Eifel, ha ricevuto parecchi elogi ma anche molte critiche. I paragoni con Michael Schumacher erano inevitabili ed è proprio su questa questione che si è aperto il grande dibattito: è più forte di Michael? Oppure vince perché corre da solo?

C’è anche chi sostiene, come Gerhard Berger, che Ayrton Senna sia il migliore di sempre, nonostante la morte prematura. Opinioni molto divergenti che portano anche a uno “scontro” tra gli appassionati.

Ma è davvero così importante stabilire chi è meglio dell’altro? Piloti come Senna, Schumacher e Hamilton hanno lasciato il segno in F1 in epoche diverse. Ed è proprio questo il punto: hanno segnato la propria epoca, quella in cui ognuno di loro ha scritto pagine di storia indelebili di questo sport. E l’ultima porta proprio la firma di Lewis, che è pronto a scrivere la prossima, forse, già a Portimao.