Anteprima storica del GP del Portogallo in programma domenica, 25 ottobre sul circuito di Portimao. Dato il debutto del circuito della regione di Algarve nel grande circus, vogliamo tornare indietro nel tempo all’edizione 1989 della corsa lusitana svoltasi ovviamente a Estoril.
| a cura di Federico Sandoli
Il Gran Premio del Portogallo del 1989 rappresenta l’ennesima puntata della sfida Ferrari-McLaren che nel corso della stagione tiene gli appassionati incollati alla televisioni e alle riviste specializzate.
Forte di collaudi estenuanti, la scuderia italiana si presenta sul circuito portoghese preparatissima. Cosi tanto da stupire i tradizionali avversari della McLaren.
Nonostante i migliori tempi strappati nelle varie sessioni, le qualifiche ribadiscono la capacità di Senna di andare oltre il proprio mezzo, conquistando una mirabile pole-position e relegando i dioscuri della Ferrari al secondo e terzo posto. Più distaccato, sornione, ma non per questo meno pericoloso, Prost con la McLaren numero due.
Alla partenza Berger brucia Senna e si porta al comando. Il brasiliano, non troppo a suo agio per le pressioni delle gomme, stenta. Anzi dopo 8 giri si ritrova addirittura a dover resistere a Mansell che con la Ferrari numero 27 comincia a sparigliare le carte.
E in pieno rettilineo, a quasi 300 km/h, finta sorpassi sulla destra poi sulla sinistra.
Senna, spaventato da tanto ardire, preferisce lasciargli la porta aperta a destra col risultato che l’inglese non si fa pregare e lo infila con una staccata al limite che tanto fa battere il cuore sia dei tifosi per l’emozione, che del muretto per il rischio accorso.
Non pago del secondo posto,e contrario a ogni regola del buon senso, Mansell decide di dare battaglia al compagno in testa, col risultato di raggiungerlo e passarlo. Berger dirà che per il bene della Ferrari non avrebbe resistito alle follie dell’inglese, ma che forse la squadra avrebbe dovuto consigliarlo meglio su quali fossero gli interessi della squadra.
Mansell, in testa, sembra rinverdire i fasti della rossa 27. Con una guida grintosa ma soprattutto redditizia, guadagna subito sul compagno e si prepara al pit-stop con un vantaggio rassicurante.
Richiamato ai box, ecco arrivare l’inglese, stranamente troppo veloce, tanto da mancare la propria piazzola di sosta e frenare decisamente lungo. Accecato dalla grinta e noncurante dei propri meccanici gesticolanti, l’inglese inserisce la retro e torna indietro ad effettuare il pit-stop. Il volto solitamente abbronzato di Fiorio si trasforma in una maschera pallida. La manovra è totalmente vietata dal regolamento. Anzi, punibile con una squalifica immediata.
Tornato in pista Mansell rimonta dal terzo posto, si porta alle spalle di Senna, che conscio della squalifica pare non dare troppa importanza alla rossa 27, anzi sembra quasi irritarlo con manovre atte a dissuaderlo da ogni istinto agonistico.
Con la radio che amplifica le urla di Fiorio per fermare il proprio pilota, non curante affianca Senna e prova a spodestarlo dal secondo posto.
Pochi secondi ed entrambi sono fuori pista. Senna, conscio che l’incidente gli renderà la vita più dura in campionato non stenta a credere a quanto accaduto. Mansell invece si allontana come niente fosse.
In testa Berger non può fare altro che accompagnare la propria macchina al traguardo. Tagliandolo, conquista una vittoria che pareva essere diventata un illusione. Prost al secondo posto consolida la propria posizione in testa al campionato.
La federazione, sconcertata dall’inglese della Ferrari, decide di squalificarlo per una gara. Fiorio, pur ammettendo che il suo pilota fosse stato un tantino grintoso, non può che essere soddisfatto. Con lui al comando la Rossa è tornata ad essere una Ferrari.