F1 | I problemi Honda e RedBull dopo il “ban” del Party Mode

Le tappe italiane del mondiale di Formula 1 corse a Monza e al Mugello, oltre ad aver evidenziato lo strapotere Mercedes nonostante il “ban” del party mode, hanno altrettanto messo in luce il periodo non proprio roseo della Red Bull, specialmente nel lato box di Max Verstappen. Dopo il ritiro di Monza, è arrivato il problema anche al Mugello, dove nonostante l’incidente il pilota stesso ha ammesso che si sarebbe comunque dovuto ritirare per il problema al motore già riscontrato nell’out lap per andare a schierarsi in griglia.

Per meglio focalizzare l’entità del problema, stiamo parlando di una squadra che, ad inizio stagione, dichiarava di poter vincere ogni gara. Al giro di boa del mondiale, Verstappen è a 80 punti da Lewis Hamilton. I sorrisi in casa Red Bull sono passati da un pezzo: Marko ha candidamente ammesso che la stagione può considerarsi già finita, Horner si limita a dichiarazioni “politically correct” sul patto della concordia, Newey viene dato sul taccuino dei prossimi ingaggi di Lance Stroll e Verstappen stesso è sull’orlo di una crisi di nervi. Albon meglio non commentarlo neppure, la speranza è che il podio del Mugello gli possa far fare quel salto di qualità che manca per non essere sistematicamente battuto da Verstappen.

Alla luce dei risultati e dei problemi di affidabilità del motore Honda, cosa ci possiamo aspettare dalla seconda parte di stagione? La sensazione è che a Milton Keynes stiano raschiando il barile nella speranza di rimanere in scia alla Mercedes. L’abolizione del party mode tanto sospirata da Helmut Marko pare aver fatto più male alla Red Bull stessa piuttosto che ai rivali della Stella a tre punte e, mentre davanti è sempre più difficile continuare a stare in scia ai caccia neri di Brixworth, la sagoma della teiera gialla di un Ricciardo in forma smagliante, si fa sempre più nitida. Fin ora il talento e la voglia di “Super Max” avevano un po’ mascherato le mancanze della vettura, ma ora con il motore Honda a dimostrarsi poco affidabile, i nodi stanno venendo al pettine.

Qualcuno potrebbe dire che Honda ha vinto a Monza con Alpha Tauri e che il divario della scuderia di Faenza dalla sorella maggiore è molto inferiore alle aspettative: se è vero che Alpha Tauri sta facendo un ottimo lavoro, è altrettanto vero che a Monza senza la dormita Mercedes nel caso del pit stop con la pit lane chiusa, Hamilton avrebbe vinto senza necessitare della doccia per presentarsi comodamente al thè delle cinque.

È difficile dire quanto l’abolizione del party mode stia influendo sulla situazione, anche perché i due cedimenti di Verstappen non sono state vere e proprie rotture di motore, quanto inspiegabili cali di potenza con macchina andata in stallo. La cosa certa è che c’è da lavorare, Marko pare aver già incassato garanzie da parte di Honda per il 2021, ma la sensazione è che all’interno del box i musi siano talmente lunghi da sembrare dipinti da Modigliani. Difficilmente Max Verstappen andrà via, anche perché i volanti buoni per poter pensare al titolo mondiale sono ormai tutti occupati. Se davvero Newey passasse all’Aston Martin (per la quale ha già disegnato la Valkyrie) per riformare il binomio Newey-Vettel, dominatore assoluto dell’era degli scarichi soffiati, Red Bull si ritroverebbe senza il suo progettista di punta, con tutti gli annessi e i connessi.

La sensazione generale fornita dalla RB16 è quella di una vettura competitiva ma allo stesso tempo difficile da guidare e da mettere a punto, con la quale sia facile perdere la strada se non si azzecca subito il set up giusto. Il rammarico è senza dubbio grande perché si tratta di una monoposto davvero competitiva, ma che forse risente troppo delle caratteristiche delle varie piste sulle quali si corre. La sola cosa certa è che l’aria che si respira nel box austriaco sia decisamente pesante. Verstappen sono anni che vuole competere per il titolo e non ha mai avuto una monoposto all’altezza. Per quanto gli sforzi del team siano stati enormi, con il passaggio da Renault a Honda, sembra non bastare ancora per impensierire sistematicamente Mercedes (nonostante le furberie da parte di Honda durante il lockdown) e, quando si prova a spingere di più, il problema di affidabilità è sempre dietro l’angolo.