Sono cambiate tante cose da quando nel settembre 2016 Liberty Media ha acquisito il Circus della Formula 1. Regole diverse e tanti tentativi di avvicinare il più possibile sponsor e pubblico a questo mondo. Eppure, non è tutto oro quel che luccica.
Durante la stagione appena conclusa, diverse squadre che combattono per il risultare la migliore dopo i top team, hanno iniziato a lamentarsi con la regia americana.
Infatti queste, dal loro punto di vista, non hanno spazio a sufficienza in tv.
Le prime critiche sono arrivate da Gunther Steiner della Haas e da Carlos Sainz della McLaren. In seguito, dopo l’ultimo GP, a rincarare la dose ci ha pensato Sergio Perez.
Secondo il pilota messicano, la regia si sarebbe persa tutta la sua battaglia contro Lando Norris per dare spazio all’ultimo giro di Lewis Hamilton.
La Formula 1 sicuramente si regge sui top team. Infatti, l’intera categoria senza la Ferrari o la Mercedes non sarebbe la stessa cosa.
Però va considerato anche un aspetto fondamentale che riguarda i team dalla metà dello schieramento in poi: scuderie come la Racing Point fondano la loro sopravvivenza sui diversi sponsor che compaiono sulla vettura.
Se le monoposto vengono inquadrate per poco tempo durante la gara e di conseguenza gli sponsor vengono mostrati in maniera limitata, diventa poi difficile che vogliano continuare ad investire.
In ogni Gran Premio di F1 si assiste a più competizioni contemporaneamente: quella per la vittoria e quella per ottenere i punti mondiali, importantissimi per guadagnare i finanziamenti.
L’ideale sarebbe arrivare ad una sfida per la vittoria aperta a più squadre. Certo questa sembra letteralmente una chimera.
Quindi, sarebbe opportuno che Liberty Media dedicasse più spazio alle battaglie tra i team cosiddetti minori. Queste molto spesso sono di livello altissimo e con sorpassi spettacolari.