Dopo il tripudio rosso e il ritorno alla vittoria della Ferrari nel GP d’Italia, ci allontaniamo dall’Europa, buttandoci verso il recente e moderno GP di Singapore, al Marina Bay Street Circuit.
Ultimi appuntamenti di questa stagione, siamo alla quindicesima tappa del calendario di F1 e si va’ in scena a Singapore.
Il moderno circuito cittadino della città-Stato ricopre una distanza di 5.073 metri, è stato il primo in assoluto a disputarsi in notturna, si districa nelle illuminate e suggestive strade della città di Singapore.
Storicamente è un circuito che ha riservato colpi di scena alternati a gare molto flemmatiche, a causa della conformazione del circuito che rende i sorpassi sempre molto complessi.
Tracciato storicamente favorevole a Lewis Hamilton e Sebastian Vettel.
Il circuito ha subito tantissime variazioni nel corso di questi anni, ma rimane sempre un tracciato molto tecnico, che mette a dura prova la concentrazione dei piloti. Si contano su una mano i punti in cui si toccano velocità molto elevate, poiché i rettilinei non sono troppo lunghi a causa delle 23 curve che delineano il layout del circuito cittadino asiatico; è il GP con più curve nel corso dell’intera stagione.
Un tracciato molto Montecarlo-style, ha rettilinei solo nella prima metà del tracciato, per poi districarsi in curve strette e concatenate, in cui l’aerodinamica la fa da padrone.
Infatti l’erogazione di potenza da parte della Power Unit, non è fondamentale in tracciati come questo, dove torneremo a vedere setup e ali anteriori ad altissimo carico aerodinamico.
L’impianto frenante e gli pneumatici sono le componenti che avranno la peggio nel corso del weekend asiatico, la sollecitazione dei freni è elevata a causa delle alte temperature e delle continue curve a bassa velocità che costringeranno i piloti a manovre d’eccellenza.
Alte temperature che avranno il loro peso sul degrado delle gomme e sul surriscaldamento della monoposto, previste aperture extra large e bocchettoni per garantire un flusso d’aria che possa raffreddare a dovere le componenti senza subire grossi danni.
Da non sottovalutare il carico di benzina, che, per l’alto carico necessario ad affrontare questa pista, potrebbero riservare spiacevoli sorprese ai team, fino alla fine della gara.
La monoposto dev’essere morbida e con tantissima trazione, sebbene le curve a bassa velocità compongono il 70% del circuito, è necessaria una monoposto che garantisca una certa fluidità e stabilità in curva, evitando che “si pianti” (in gergo motoristico).
Si torna ad avere quindi mappature a favore dell’aerodinamica e circuiti che prevedono ali che garantiscano downforce e carico elevato, pane per i denti di Red Bull e Mercedes, come tutti sappiamo la Ferrari soffre questo tipo di circuito, in quanto la SF90 non possiede la resistenza aerodinamica come caratteristica principale.
Vedremo se l’onda di entusiasmo portata dalla vittoria di Charles Leclerc, combinata al nuovo aggiornamento aerodinamico, ci garantiranno un po’ più di spettacolo