lunedì, Novembre 11, 2024

Le auto più vincenti della storia: La nascita della Formula 1 moderna

20 auto per oltre 60 anni di storia della F1. Innovatrici, dominatrici di stagioni, un punto di riferimento per gli avversari. Ecco a voi il secondo dei quattro appuntamenti con le auto che hanno segnato la storia dello sport più veloce di sempre.

di Giuseppe Gomes

La nascita della F1 moderna

Gli anni 70’ saranno ricordati come quelli della nascita della F1 moderna. Partendo dalla Lotus 49, la prima a far esordire i profili alari in F1, una delle mitiche creature progettate da Colina Chapman, così come la 79, la prima a montare i radiatori ai fianchi della monoposto e non più in punta. Per passare poi alla Tyrrell 006, un’auto non estrema come la Lotus, ma che è stata in grado di portare l’ultimo titolo allo storico team inglese. In una lista del genere non può mancare la 312 T della Ferrari, prima vettura con il cambio trasversale, e che riportò il mondiale a Maranello dopo diversi anni. La nostra passeggiate si conclude con la Lotus 79, la “Black Beauty”, che per la prima volta utilizzò il fondo per generare carico.

Lotus 79 (1978)

Gp disputati: 26

Vittorie: 6

Podi: 14

Pole: 10

Tutto parte dall’Havilland Mosquito, un bombardiere della Seconda Guerra Mondiale e dagli studi che Chapman fece sulla deportanza. Da li partì il suo progetto, quello di sviluppare le forme dell’auto partendo dal concetto di un’ala rovesciata. Il successo fu schiacciante. Le statistiche non rendono l’idea della grande superiorità che la 79 ebbe durante la stagione ’78, questo perché il propulsore Ford non sempre fu all’altezza per quanto riguarda performance e affidabilità. La Lotus 79 fu la prima auto a sfruttare l’effetto Venturi per generare carico, sfruttando il fondo piatto come nessun’altra auto prima di lei.

Ferrari 312 T (1975)

Gp disputati: 15 

Vittorie: 9

Podi: 10

Pole: 10

“Da necessità nasce virtù”. Per Mauro Forghieri, la necessità della sua 312 era quella di spostare, il più possibile, il peso al centro della vettura. La soluzione risiede nella storica sigla T, riferita al cambio disposto trasversalmente. In un’epoca nella quale l’aerodinamica non era ancora al centro dei progetti, concentrare le masse al centro della vettura era la soluzione ricercata dai progettisti nel disegnare le vetture di Formula1. Altra novità fu la reintroduzione del telaio tubolare, abbandonato nei modelli precedenti. La 312 T riuscì così a far tornare il mondiale a Maranello, grazie al talento di Niki Lauda, che riuscì a centrare 5 vittorie nella stagione 75’ e 2 nella parte iniziale del 76’, prima che la 312 T venisse sostituita dalla 312 T2.

Tyrrell 006 (1973)

Gp disputati: 22 

Vittorie: 5

Podi: 15

Pole: 3

La 006 fu l’ultima Tyrrell a vincere un mondiale, con la quale Jackie Stewart vinse l’ultimo dei suoi tre mondiali piloti. Una vettura che si scontrò direttamente con un altro prodigio di quegli anni, la Lotus 72, dalla quale riprende alcuni concetti cucendoli intorno al propulsore Cosworth. Non è una vettura rivoluzionaria come quella progettata da Chapman, ma anche la creatura di Derek Gardner non è da meno in quanto a risultati, soprattutto guardando all’affidabilità. Dopo il passo falso in Spagna, la 006 guidata magistralmente da Jackie Stweart e Fraçnois Cevèrt infila una serie importanti di risultati positivi, tanto da permettere allo scozzese di vincere il mondiale con 3 gare d’anticipo. Nonostante i tanti trionfi, la stagione 72 per la Tyrrell non si chiude nel migliore dei modi, con la morte, durante l’ultimo week end di gara a Watkins Glen della giovane promessa François Cevèrt.

Lotus 72 (1970)

Gp disputati: 75 

Vittorie: 20

Podi: 34

Pole: 17

Una vettura talmente tanto performante che rimase, con continui aggiornamenti, in pista sino al 1976. Ideata, come altre in questa lista, dall’ingegnere inglese Colin Chapman, la 72 ha il merito di essere una delle vetture più innovatrici della storia. È lei la prima a sfoggiare le prese d’aria per le masse radianti ai lati del corpo vettura, a posizionare una presa d’aria sopra la testa del pilota e a inserire i freni a bordo della vettura. Tutte soluzioni mosse per l’evidente sviluppo tecnologico delle vetture, uno su tutti lo spostamento del motore alle spalle del pilota, da qui il bisogno di spostare i radiatori davanti alle ruote posteriori e non più sul muso. La 72 portò a casa complessivamente 5 mondiali, 3 piloti (Rindt, Fittipaldi e Stewart) e 2 costruttori.

Lotus 49 (1967)

Gp disputati: 42 

Vittorie: 12

Podi: 31

Un vero e proprio spartiacque, tra la “vecchia” F1 e quella moderna. Il genio di Chapman partorisce un’altra auto che sta alla base delle ultime monoposto, le grandi novità sono 2. La prima riguarda il motore portante, che oltre a spingere la vettura la “tiene insieme”, una novità assoluta. La seconda riguarda la “scoperta” dell’aerodinamica. La 49 infatti è la prima vettura di F1 dotata di alettoni. Al suo esordio, nel 1967, la 49 si dimostrò subito competitiva, ma con un propulsore poco affidabile, tanto che, Jim Clark si classificò terzo nel mondiale, ma vincendo a Zandvoort, Silverstone, Watkins Glen e in Messico. Alla fine saranno due i mondiali: quello del 68’ con Hill e 70’ (postumo) di Rindt.

 

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