Tra motori aspirati e power unit si disegna il futuro

Nel giro di pochi mesi la F1 deciderà il suo futuro a medio e lungo termine: tra la suggestiva ipotesi di ritorno alle architetture aspirate che stuzzica Ross Brawn e volontà politica della FIA di tenere le power unit e la filosofia green, il grande circus deciderà il proprio destino fino al 2030.

di Francesco Svelto |

La F1 è in pausa estiva. Ruote ferme, vacanze un po’ per tutti e GP del Belgio del 27 agosto ancora relativamente lontano. Il circus si trova alla vigilia di un periodo importante – o forse è già dentro – nel quale verrà definita una bella fetta del suo futuro, fino a circa il 2030 per intenderci. E’ il momento in cui si inizia a lavorare in maniera seria e decisa sui nuovi motori, o meglio, sulle loro filosofie. Sappiamo già che a fine aprile si sono gettate le basi comuni su cui lavorare. Sappiamo anche che c’è la volontà di mantenere ancora attivo il concetto della power unit e quindi dell’ibrido. O almeno questa è la volontà della FIA – lato politico – e di chi oggi può vantare un progetto valido e all’apice delle prestazioni – riferimento neanche tanto velato a Mercedes.

La direzione da seguire sembra quindi definita. Ma nella prima fase dei colloqui non era presente la nuova proprietà della F1, ossia Liberty Media. Aspetto importante, questo, dal momento che chi detiene i diritti commerciali ha il diritto/dovere di essere considerato, specialmente su una tematica cosi importante da cui scaturirà il successo della categoria per la prossima decade e oltre.

Ross Brawn. E’ lui l’uomo di Liberty, l’incaricato di traghettare il circus verso le scelte tecniche del prossimo futuro. Brawn, e chi più di lui? Esperienza, competenza, successo. E il peso delle sue decisioni sarà fondamentale. La F1 si trova dinanzi ad un bivio: si può proporre un – difficile – ritorno al passato, ai motori aspirati di una qualche particolare architettura, V8, V10 o V12 che siano, oppure proseguire cavalcando l’onda della filosofia green e quindi dell’ibrido della power unit.

Cerchiamo di fare chiarezza sui possibili scenari.

Il ritorno al passato è suggestivo. Darebbe un boost di gradimento del pubblico di tutto il mondo di proporzioni enormi. Rappresenterebbe una rivoluzione epocale, ancora più grande di quella della stagione 2014 che ha visto proprio l’introduzione dell’ibrido e un allontanamento ancora più evidente del pubblico. Porterebbe l’appassionato a riassaporare i sapori della F1 di un tempo, con sound autentici, vigorosi, e molta meno complessità sul fronte tecnico. Una scelta coraggiosa, oggettivamente difficile, che andrebbe a scontrarsi sicuramente con quella che è la volontà della politica che c’è in F1.

La FIA e Jean Todt in modo particolare, stanno traghettando – anzi, l’hanno già fatto – la massima formula motoristica mondiale verso l’era moderna, con l’ibrido e il concetto di green power che la fanno da padrone. Come già detto, la stessa riunione tenutasi in marzo ha dato il via ai discorsi sui nuovi propulsori proprio a partire dal concetto della power unit. Quindi la volontà della federazione in merito è molto chiara. Ed è molto probabile che si vada avanti in tal senso, magari con qualche piccola variazione dell’architettura attuale.

La speranza per i puristi della F1 è rappresentata dal fatto che la federazione è l’organo legislativo non solo del circus ma anche di altre categorie come il WEC e la Formula E che stanno facendo passi da gigante sul fronte delle energie rinnovabili nei propulsori (la Formula E è nata proprio per questo). E’ di questi giorni, infatti, la conferma che Porsche e Mercedes entreranno nel giro della categoria tutta elettrica entro due anni, andando ad affiancare altri costruttori come Jaguar, Renault, Audi e Citroen.

E qui c’è la chiave di tutto: se altre categorie di egemonia FIA riescono ad attirare i grandi costruttori mondiali in quanto rappresentano il volano per sviluppare le nuove tecnologie da applicare alle vetture di serie, perchè non permettere alla F1 di tornare ad essere la categoria d’elite del motorsport, quella caratterizzata da concetti di racing puro, magari accessibile non solo dai grandi costruttori ma anche dai team privati?

E’ ormai quasi il tempo di scegliere. Brawn, Liberty, FIA e gli altri componenti sono chiamati a dare forma alla categoria regina del futuro.

Francesco Svelto

Francesco Svelto
Francesco Svelto
Non tifo e non simpatizzo squadre e piloti. Amo tutto ciò che è pure-racing a 4 ruote! Nota bene, ho scritto "pure-racing".

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