La Ferrari che si appresta a disputare il Gran Premio d’Inghilterra del 1990 è una squadra galvanizzata da due successi consecutivi ad opera di Alain Prost, successi che propongono la scuderia italiana e il pilota transalpino quali unici contendenti alla corsa al titolo di Ayrton Senna e l’invincibile McLaren Honda.
Artefice di questo miracolo tecnico e Enrique Scalabroni che, affinando la Ferrari progettata da Barnard l’anno precendete, dà vita a una delle piu belle vetture di Formula 1 di tutti i tempi, tanto da meritare un posto alla galleria di arte moderna di New York. La 641 F1, un gioiello.
Per il GP d’Inghilterra la scuderia italiana chiede uno sforzo particolare all’Agip, storico sponsor tecnico per preparare un carburante ad alto potenziale che, di concerto con un motore predisposto appositamente per le qualifiche, dovrebbe permettere alla rossa di accedere alla prima fila se non addiritura alla Pole, da sempre monopolio di Senna.
Le prime prove sembrano però arridere a Mansell: la stagione dell’inglese è purtroppo altalenante, passando dalla prestazione Monstre di Imola, con conseguenti sorpassi e testacoda sull’erba e ritiro mentre era in procinto di conquistare il primo posto, a gare anonime come il gp del Brasile dove arrivò quarto senza neppure tentare uno dei suoi famosi numeri che tanto esaltavano il pubblico presente.
Forse sarà l’aria di casa ma il Leone, così era sopranonminato, sembra essere imbattibile e, mentre Prost preferisce concentrarsi a trovare il miglior assetto per la gara, con Senna dà inizio a una serie di giri veloci tali da esaltare il pubblico inglese.
Al sabato Ayrton sembra dettare la sua legge, subito giro più veloce, sembra non esserci storia, Prost non sembra in grado di impensierire il suo storico nemico essendo addiritura piu’ lento del numero due della McLaren, Berger. Ma la foresta richiama il suo re, Mansell scende in pista e dopo il primo tentativo è già a ridosso del tempo del brasiliano che batte subito dopo con un giro monstre, dove riesce a rifilare all’uomo più veloce del mondo più di mezzo secondo. Sono inutili i tentativi di Senna di riappropiarsi della Pole, oggi è il giorno di Mansell che chiude la sessione in testa con propositi di vittoria.
La squadra Ferrari è divisa tra la gioia per la ritrovata prestazione di Mansell e la preoccupazione per un probabile duello in famiglia che rischia di profilarsi nel corso del gran premio.
Il giorno della gara il circuito e preso d’assalto dal pubblico inglese diviso tra il tifo per Mansell quello per la McLaren di Senna, che allo scattare del verde brucia il britannico e parte in testa lasciando stupiti il pubblico e il pilota britannico in pole.Mansell non si da per vinto si accoda al brasiliano e, con una staccata al limite, lo passa e si porta in testa al gran prem io. Senna riprova ad insidiare il britannico ma chiede troppo alla sua McLaren e non può evitare un testacoda che di fatto lo toglie dalla lotta per il successo.
Ad insidiare la leadership di Mansell sono Berger con l’altra McLaren ma soprattutto il cambio che da qualche giro comincia a funzionare a singhiozzo lasciandolo in folle e obbligandolo a degli equilibrismi che tanto esaltano il pubblico ma che poco fa sperare sulla tenuta dell importante organo meccanico.
Berger, infatti, approfitta di uno di questi momenti critici per portarsi in testa ma per subire nuovamente il ritorno dell’inglese che sente di potersi ribellare alla sfortuna e aggiudicarsi la corsa. E Prost? Fedele al suo stile, forse affinato dagl’anni passati in squadra con Lauda, ha cominciato a risalire posizioni e si ritrova a ridosso di Berger che passa senza fatica per mettersi alle spalle dello scatenato compagno di squadra.