Hockenheim 1997, 20 anni dall’ultimo squillo di Berger

Dietro di loro, Schumacher procede a velocità di crociera, tanto sa già che il suo rivale Villeneuve non prenderà punti, visto che rimane vittima di un testacoda nel duello con Jarno Trulli e Mika Hakkinen. Sembra una favola perfetta, la rivincita degli outsider, con la lotta per il titolo che per una volta rimane sullo sfondo, ma purtroppo la malasorte ci mette lo zampino. La gomma posteriore sinistra di Fisico esplode nel Motodrom, obbligandolo a una sosta forzata ai box, ma dopo il pit-stop ci si accorge che anche la sospensione è danneggiata e Fisico viene fermato. Un vero peccato, perché la sua gara avrebbe avuto sicuramente un epilogo straordinario. La fortuna aiuta gli audaci, dunque, e Schumacher guadagna anche il secondo posto alle spalle di Berger che si invola in solitaria verso la vittoria, per un podio da re con Schumacher e Hakkinen, che precedono Trulli, Ralf Schumacher e Alesi.

Appena tagliato il traguardo, l’emozione è forte con Schumacher che recupera Fisichella e gli offre mezzo giro in sella alla sua Ferrari e Berger che sul podio, mentre suonano le note dell’inno austriaco, scoppia in lacrime. “Avrà sicuramente pensato a suo padre che non c’è più” dice Gianfranco Mazzoni in telecronaca, un colpo durissimo da mandare giù per Gerhard al quale reagisce con una vittoria straordinaria, un canto del cigno a conclusione della sua avventura nel mondo delle corse con un’ultima vittoria che lo è anche per la Benetton. Come per la prima vittoria, il duo Berger-Benetton si ritrova incredibilmente unito anche nell’ultima. In mezzo, una storia gloriosa fatta di successi, di relazioni forti, di amicizie vere (per Berger lo sono quelle con Senna e Alesi) e di grande concretezza. E la successiva, ultima, doccia di champagne con Briatore è uno dei regali più belli che vengono fatti alla Formula 1, che celebra un vero campione che forse avrebbe potuto vincere tanti mondiali ma che invece ha fatto una vita da gregario. La Benetton chiude così un’epoca, quella del manager piemontese, fatta di successi culminati con il titolo di Schumacher, per aprirne un’altra, quella di transizione verso l’acquisto da parte della Renault, con Briatore che dopo un periodo di allontanamento torna al timone. Ma questa è un’altra storia.