F1 | Daniel Ricciardo: il re delle gare folli

Molto abile nelle fasi d’attacco ed a sfruttare gli errori altrui in gara, il pilota Red Bull Daniel Ricciardo ha sino ad ora conquistato cinque vittorie nella massima serie, l’ultima firmata sul complesso tracciato cittadino dell’Azerbaijan. Ripercorriamo i successi del “tasso del miele” in F1, possibilmente senza bere, alla fine, dalla scarpa dell’australiano.

Di Alessandro Bucci

Ben in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria di Daniel Ricciardo a Baku, considerando che il ragazzone australiano scattava dalla decima posizione in griglia dopo un weekend certamente non esaltante, senza dimenticare che, in seguito al primo pit stop, il numero 3 della Red Bull era sprofondato in diciassettesima piazza.

Tuttavia, come ci insegna la storia moderna della Formula 1, il buon Daniel non si lascia sfuggire nemmeno un’occasione quando il gioco si fa decisamente caotico. E’ stato il caso del Gran Premio dell’Azerbaijan, dove tra contatti, inesperienza dei soccorritori e colpi di scena la classifica ha subito più modifiche di un pallottoliere impazzito.

Un elemeno chiave, con il senno di poi, è stato il plurisorpasso che Ricciardo ha compiuto in curva 1 dopo ripartenza da Safety car, quando ha sopravanzato in un sol colpo le due Williams Mercedes con una staccatona mozzafiato. Come al solito, il “tasso del miele” (così viene soprannominato l’australiano per via del disegno che riporta dietro al casco, raffigurante il suddetto animale con espressione aggressiva) ha sfoggiato un grande repertorio in fase d’attacco, confermando di essere uno tra i migliori piloti sorpassatori attualmente in circolazione.

“Non mi aspettavo assolutamente di vincere questa gara” ha dichiarato un divertito Ricciardo al microfono dei giornalisti, sottolineando il momento in cui ha capito che forse, puntare ad un grande piazzamento, non era poi così impossibile: “Dopo la ripartenza in seguito all’uscita della Safety car sono stato informato dei problemi accaduti a Sebastian Vettel ed a Lewis Hamilton e lì ho capito che potevo addirittura puntare al podio. Così ho gestito al meglio ogni singolo giro e sono arrivato in fondo centrando il gradino più alto. Quando ho tagliato il traguardo, ridevo sotto al casco come un ragazzino”.

Dodici le gare intercorse tra la quarta vittoria in carriera colta lo scorso anno in Malesia e quella ottenuta ieri a Baku, oltre metà stagione per intenderci. Ma Ricciardo, vettura permettendo, è proprio quel tipo di animale che sbuca dalla tana quando meno te lo aspetti e fa piazza pulita, razziando completamente il pollaio.

I più appassionati ricorderanno senz’altro il primo podio in carriera colto da Daniel, in quel GP d’Australia 2014 dove giunse secondo sulla RB10 alla prima in carriera con il team austriaco, venendo poi squalificato per un rilevamento di consumi irregolari sulla vettura. Il ragazzone di Perth dovette attendere solamente quattro mesi prima di sfoggiare il suo enorme sorriso sul gradino più alto del podio, centrando una vittoria insperata a Montréal dove, partito sesto, sfruttò la debacle dei piloti Mercedes (calo di potenza per Hamilton e Rosberg, con il primo costretto al ritiro per rottura dei freni) e guadagnò il successo grazie ad un paio di bei sorpassi in pista, divenendo il 150° pilota ad aver vinto un GP in F1.

In Ungheria, Daniel ripropose il suo repertorio imponendosi in una corsa che, definire folle, non è affatto azzardato. Tra errori altrui, condizioni meteo non facili e neutralizzazioni dovute a Safety car, il talento australiano, scattato quarto, effettuò un recupero formidabile nel finale sino ad insidiare Fernando Alonso e Lewis Hamilton, entrambi sverniciati con mosse ardite e ben calcolate potendo contare, inoltre, su un set di gomme fresche.

Molto probabilmente, questo è il successo più memorabile tra i cinque colti dall’australiano, poiché è la corsa in cui, Daniel, ha dimostrato palesemente di non avere il benché minimo timore reverenziale nei confronti dei grandi campioni del Circus.

Passate le vacanze, il mese successivo si corse nel tradizionale circuito di Spa-Francorchamps, dove, il contrasto tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton, favorì un bel recupero del nostro, abile a mettersi alle spalle Alonso e l’allora compagno di squadra Vettel, potendo contare su una RB10 competitiva e vincendo, autorevolmente, il terzo GP in carriera.

Con un 2015 avaro di vittorie (e di buone prestazioni, fatta eccezione per il terzo posto colto in Ungheria ed un secondo piazzamento ghermito a Singapore), Ricciardo saluta il quarto successo in F1 nel GP della Malesia 2016, sfruttando, anche in questo caso, le disgrazie altrui: al via, un Vettel in vena di follie tampona Rosberg, facilitando il passaggio all’australiano che si lancia, così, all’inseguimento dell’imprendibile Hamilton, dovendosi anche difendere, tuttavia, dai famelici attacchi del compagno di squadra Max Verstappen.

Il ritiro dell’anglocaraibico per cedimento del propulsore nell’ultima parte di gara, spalanca le porte al quarto successo in carriera di Ricciardo, autore della seconda vittoria stagionale per il team Red Bull.

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