Vandone a Pit Talk: “il passo corto può favorire la Ferrari a Monaco”

Prima di uno dei week end motoristici più attesi, abbiamo avuto ospite, all’interno della puntata 102 di Pit Talk, Fabiano Vandone. Non solo la tecnica al centro della nostra intervista, con curiosi aneddoti legati alla guida tra le strade del principato.

di Giuseppe Gomes

Ascolta “F1 – Pit Talk puntata n°102” su Spreaker.

Che difficoltà potrà trovare Alonso in un catino come quello di Indianapolis?

FV: É un altro sport, ci vuole tanto coraggio, viste le media altissime con 350-370 km/h, una sfida estrema per i piloti, con una tecnica di guida diversa. Alonso è andato subito forte. Un successo per un pilota di Formula 1 europeo. Obiettivamente la guida in gara con la scia sarà tutta diversa. Bisogna considerare il coraggio che ha avuto Alonso a mettersi in gioco tra specialisti di altissime medie velocistiche, e con una tecnica di guida radicalmente diversa rispetto alla Formula 1, dove regnano pit-stop, il consumo di gomme e gli undercut insieme a tutte le sue regole perverse. Qui si viaggia con una logica: la massima velocità e prestazione. L’errore si paga carissimo. Anche psicologicamente una grande motivazione nel cercare di partire da zero ed essere subito vincente.

Da ex pilota come si guida a Monte Carlo?

FV: Come diceva Nelson Piquet: guidare a Monte Carlo è come andare in bicicletta nel soggiorno. Spesso faccio il parallelo con la F3 di inizi anni 90’, che in certi punti riusciva ad essere più veloce delle F1, essendo mezzo metro più stretta. Per un pilota può essere bella o brutta come pista, può amarla o odiarla, questo perché si viaggia su due binari delimitati dai guard-rail. A differenza delle altre piste, qui si devono prendere punti di riferimento molto in alto, dato che molte curve sono cieche, e quelli in basso possono cambiare. Ad esempio, se il mio riferimento è su un guard rail, devo cambiarlo, perché può capitare che venga spostato da un’uscita di pista. A me è capitato che, al Massenet, avevo come riferimento un cartellone pubblicitario, che il giorno prima era stato tolto da un pilota di Formula 1, quindi mi sono ritrovato, al primo giro, senza il mio riferimento. Telecamere, tribune, tralicci, ci si aggrappa a tutto per trovare un riferimento. Cambia l’approccio del pilota alla pista, con i piloti che stanno a livello della pista, ecco perché ci sono piloti che vanno forti qui e non altrove.

Il passo corto della Ferrari, può essere un’arma in più contro la Mercedes a Monaco?

FV: Sono d’accordo. Onestamente in Spagna, con una pista fatta di curvoni veloci, mi aspettavo una Mercedes molto superiore rispetto alla Ferrari, ma non è stato così. La Ferrari, in circuito da prova del 9, è risultata competitiva. Vincere o non vincere dipende dalle strategie, la Ferrari è stata comunque presente, con gli altri molto più indietro, con la Red Bull ad 1 minuto, un indicatore molto forte dei valori in campo in questa stagione. A Monte Carlo possiamo aspettarci una situazione opposta. Il passo lungo diventa un “problema” nel momento in cui ho tornanti e curve strette. Prendiamo ad esempio il Loews, una delle curve più lente del mondiale. La macchina, rispetto a quella a passo corto, avrà un anteriore che deve precorrere più metri, avendo maggiore distanza tra le ruote anteriori e posteriori, questo obbliga a mantenere un paio di gradi di sterzo in più sulle curve strette. In questo modo avremo un’usura maggiore all’avantreno e, soprattutto, dovrò stare più distante dai cordoli, non prendendo la traiettoria ottimale. In 18 curve di pista questo può fare la differenza. Anche il pilota ha il suo peso, perché Hamilton è uno specialista di questa pista, avendo già vinto, e saprà come compensare questi problemi, ma quando compensi devi comunque attuare una strategia correttiva, stando quindi in difesa.

Come vedi la Red Bull a Monaco?

FV: I piloti saranno fondamentali. Ricciardo e Verstappen potrebbero chiudere il gap. A monaco può vincere chiunque, dove la creatività fa la differenza, e il rischio paga. In altre piste il giro della morte è fattibile quasi da tutti, qui no. In pochi si possono concedersi un lusso del genere, dove sei impiccato in ogni metro di pista, sfiorando i guard-rail. Il pilota che vuole osare di più fa la differenza, e partire avanti ti da un buon vantaggio. La Renault sappiamo avere un piccolo problema con il motore, ma a Monte Carlo questo non conta, le mappature dei motori prediligono maggiore coppia ai massimi règimi rispetto alla potenza in alto. Non averlo in Canada potrà essere un problema, ma qui no.

Cosa ti aspetti dall’esordio di Button a Monaco?

FV: La scelta Button è conservativa. È un pilota di grande esperienza, consce i team e questa macchina e, soprattutto, ne conosce i limiti, che forse qui possono essere meno pesanti. Il telaio è buono sia per performance che per usura gomme, che è fondamentale in un circuito come questo. Utilizzare Button è una scelta sicurezza, un campione del mondo che conosce la pista e, se cominciasse a piovere, saprebbe gestire come i migliori questa situazione. Fosse stata un’altra pista scommettere su un giovane poteva essere corretto. A Monte Carlo il rischio di sbattere richiede un pilota di esperienza. Button è la scelta più azzeccata.

Un pronostico per i due eventi di questo fine settimana: la 500 miglia di Indianapolis e il GP di Monaco?

FV: Sulla Indy 500 onestamente la gara la vincono si i migliori, ma può anche vincerla chiunque, sia per la durata, con possibili rotture e safety car, che per le abilità dei piloti. Può succedere di tutto. Relativamente ad Alonso, averlo tra i primi 5 o 6 sarebbe un vero successo per la Formula 1, perché dimostrerebbe che i migliori che scommettono sulla Indy 500 sanno essere competitivi già alla prima presenza.  Non è così in un processo inverso. Ci sono stati piloti che sono arrivati in Formula 1 ed hanno vinto alla seconda stagione, con la macchina migliore. A Monte Carlo, sarebbe facile dire Mercedes o Ferrari davanti a tutti, vorrei fare un pronostico piano b, visto che è possibile che ci sia o pioggia o variabili meteo che in 2 ore si fanno sentire. A questo punto metterei dentro anche una Red Bull, che ha due piloti validi. Soprattutto su Verstappen, che li dentro potrà prendersi tanti rischi al sabato in qualifica il che si può tradurre, insieme ad una buona strategia, in un ottimo risultato in gara.