F1 | I modelli Ferrari 312 T – terza parte

Concludiamo il nostro racconto con la Ferrari 312 T4, l’ultima prima del grande digiuno interrotto nel 2000 da Michael Schumacher e la 312 T5, ultimo scialbo modello che velocizzerà la scelta di puntare sul motore con turbocompressore.

di Giulio Scaccia 

Ferrari 312 T4

La Ferrari 312 T4 è stata descritta come una delle più sgraziate e brutte Ferrari, almeno stando ai pareri espressi dagli addetti ai lavori del periodo e dallo stesso Commendatore, ma allo stesso tempo una delle più vincenti.

La stagione 1979 è quella delle auto ad effetto suolo, dopo che nel 1978 la Lotus progettata dal brillante Colin Chapman aveva stravinto il mondiale affermando questa nuova tendenza. La T4, non era una vera e propria wing-car; nonostante questo, la potenza del motore boxer, la sua struttura, che contribuiva anche ad abbassare il baricentro, una efficiente ripartizione dei carichi fra gli assi, grazie al posto guida praticamente centrale e l’uso delle gomme radiali Michelin, efficaci soprattutto nelle prime fasi delle gare, permisero comunque di mantenere alto il livello di competitività.

La vettura adottava l’ormai tipico cambio trasversale, le minigonne (la cui efficacia era però limitata dagli ingombri del motore boxer) e sospensioni che, grazie alla loro geometria, si potevano adattare ad ogni tracciato. La curiosa forma (qualcuno la definì “ciabatta”) era dovuta al fatto che, non potendo ricreare al posteriore un vero e proprio tubo di Venturi per generare depressione sotto la vettura, si allungarono le pance il più possibile, fin quasi in corrispondenza del musetto anteriore. La conformazione aerodinamica fu studiata nella galleria del vento Pininfarina. su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine in fusioni dello stessa matrice molecolare; la carrozzeria è in materiali compositi e alluminio..

Il motore l’efficace 12 cilindri boxer di 2992 cmc, con potenza superiore ai 515 cv, chiamati a spingere un corpo vettura pesante 590 Kg.

I piloti Jody Scheckter e Gilles Villeneuve.

Dopo due gare disputate con la 312 T3 adattata, dal Gran Premio del Sud Africa a Kyalamy, venne schierata la 312 T4, che colse subito una doppietta con Villeneuve seguito da Scheckter. Così sarà anche al Gp successivo a Long Beach. Dopo qualche difficoltà in Spagna, il sudafricano vinse a Zolder e a Montecarlo due gare consecutive, con il compagno di squadra canadese costretto al ritiro.

A Digione, avvenne lo storico duello Arnoux Villeneuve con il canadese alla fine secondo. In estate, iniziarono alcuni problemi per la Ferrari, palesati in particolar modo a Silverstone con distacchi pesanti dalla Williams, che prepotentemente a metà stagione diventò l’auto da battere. Alcune modifiche al retrotreno fecero recuperare competitività alla vettura di Maranello. A Monza la Ferrari segnò una storica doppietta. Scheckter divenne campione del mondo. Villeneuve gli garantì appoggio e copertura dal ritorno di Laffite. Quella giornata di Monza è rimasto un ricordo indelebile per i tifosi della Rossa. Il mondiale si chiuse con la vittoria di Gilles a Watkins Glen.

La Ferrari 312 T4 colse 6 vittorie, i piloti si piazzarono primo e secondo nella classifica del mondiale e la vettura vinse il campionato costruttori. Fu un trionfo, prima di un lunghissimo digiuno nel mondiale piloti. La 312 T4 è anche l’ultima Ferrari iridata interamente progettata (motore e telaio) da Mauro Forghieri.

 

Scheda tecnica

Carreggiata anteriore: 1,700 m

Carreggiata posteriore: 1,600 m

Telaio: Scocca autoportante, con pannelli di alluminio rivettati

Peso: 590 kg

Cambio: trasversale, 5 marce e retromarcia

Motore: tipo boxer 12 cilindri, 515 CV, cilindrata 2992 cc

 

Giulio Scaccia
Giulio Scaccia
Giornalista ed appassionato, seguo la Formula 1 dal 1978. Da Gilles Villeneuve a Michael Schumacher, sempre la Ferrari nel cuore.

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