Il caso Massa: la F1 è sempre più un affare per pochissimi

Il caso Massa, vicino al ritorno ufficiale in F1, divide i giudizi tra i tanti appassionati in giro per il mondo. Se da un lato la Williams si affida ad un pilota dal talento e dalla personalità ben conosciute, si è persa l’opportunità di mandare al debutto uno dei tanti giovani driver che avrebbero meritato e rivitalizzato la categoria. La F1 pare diventare sempre più un affare per pochissimi.

di Francesco Svelto |

 

Il ritiro di Nico Rosberg dalla F1 e dalle competizioni in generale ha innescato un inevitabile effetto domino sul mercato piloti. Se Bottas, come pare, dovesse veramente approdare in Mercedes – glielo auguriamo! – si libererebbe un posto molto appetibile in Williams, al fianco della new entry canadese, Lance Stroll. E’ ormai storia nota che Claire Williams stia valutando molto seriamente di richiamare Felipe Massa nel team di Grove, compagine che il brasiliano ha lasciato non più di un mese fa. Il ritiro più breve della storia, non c’è che dire!

Se l’affare si dovesse concretizzare davvero (l’offerta pare sia stata già formulata e accettata da Massa, manca solo l’ufficialità per un ritorno al volante pagato circa 6 milioni di euro) lascerebbe non poche perplessità. Senza nulla togliere al talento di Massa, pilota dignitoso e dal curriculum invidiabile, la domanda che ci si pone è se veramente un 36enne che ha deciso di appendere il casco al chiodo possa fare davvero comodo alla Williams.

Dal lato del team di Grove, l’arrivo di Stroll ha garantito una liquidità che permetterebbe senza troppi affanni di sostenere la spesa improvvisa. Inoltre ci sarebbe anche il quasi-sicuro sconto sulla fornitura dei motori che Mercedes garantirebbe alla compagine inglese a causa della eventuale rescissione di Bottas. Insomma, dal punto di vista economico la cosa non dovrebbe rappresentare un problema. Ma dal fronte puramente sportivo, Massa è, si, un pilota che conosce bene il team e i suoi membri, ne apprezza le dinamiche e i metodi di lavoro e rappresenterebbe il classico “usato sicuro” (passateci l’espressione) ma, proprio per questo, anche una soluzione conservativa.

Per arrivare al nocciolo della questione: in quanti avrebbero voluto vedere un nuovo volto – magari anche italiano e dall’apprezzabile curriculum nelle serie cadette (troppo facile pensare ad un profilo simile di questi tempi) – prendere quel sedile destinato al brasiliano? Un pilota combattivo, energico, che avrebbe “fatto a botte” in pista pur di emergere e di giocarsi le sue chance per il proseguo della carriera agonistica. La Williams avrebbe potuto permetterglielo, l’intero circo ne avrebbe beneficiato in spettacolo e fatti di cui discutere. Invece no.

Sia chiaro: non vogliamo togliere nulla all’indiscutibile talento ed alla bontà umana di Felipe Massa. Stiamo solo considerando l’aspetto – triste – secondo il quale arrivare, oggi, all’elite dell’automobilismo mondiale è sempre più terribilmente difficile. Se non si è in grado di muovere una ingente dote di denaro e non si conoscono le giuste persone, unitamente al fatto che i team manager osano sempre meno nelle loro scelte (hanno sicuramente le loro buone ragioni), il risultato è proprio questo: un ricambio generazionale che fa fatica ad avvenire. Figure come quella di Gian Carlo Minardi, talent-scout che ha permesso nel corso degli anni di scoprire talenti straordinari “regalandoli” al meglio del meglio dell’automobilismo mondiale, sono sempre più rare. E’ un vero peccato ma oggi va cosi. E la F1 diventa sempre più un ambiente asettico e a se stante, un affare non per pochi ma per pochissimi eletti.

 

Francesco Svelto