F1 | Il mito immortale di Elio De Angelis

Intervista a Marco Serena e Simone Amaduzzi, autori del libro “Elio De Angelis”, uscito quest’anno in occasione del trentennale dalla tragica scomparsa del pilota romano.

Di Alessandro Bucci

In un’epoca avarissima di piloti italiani in griglia di partenza, ricordare i grandi talenti nostrani che hanno corso nella massima serie diviene quasi un esercizio naturale per gli appassionati dell’epoca d’oro della F1. E’ il caso di Elio De Angelis, pilota spesso trascurato o sottovalutato dalle nuove generazioni e dai tifosi più occasionali. Un uomo capace di tenere testa a grandi assi del passato e di trasmettere molte emozioni umane oltre a quelle espresse in pista attraverso la sua guida tra il 1979 e il 1986 in F1, prima della sua tragica morte avvenuta nel corso di un test stagionale a Le Castellet.
Lo storico Marco Serena ed il fotografo Simone Amaduzzi (figlio del compianto Daniele) hanno unito le forze per realizzare un’opera che celebrasse la carriera e la vita di Elio, presentando il volume pubblicato da Roberto Vallardi Editore in occasione del trentennale dalla scomparsa del pilota romano.
Abbiamo contattato gli autori per parlare della loro fatica editoriale e dell’ex pilota Lotus.

Innanzitutto, com’è nata l’idea di realizzare “Elio De Angelis” assieme a Simone Amaduzzi?

M: Conosco Simone da anni ed è un caro amico. Essendo appassionato di F1 da un po’ (la seguo fin dai tempi di Gilles) conoscevo già l’opera meritoria del padre di Simone, il grande Daniele, fotografo fantastico. L’idea è nata perchè insieme volevamo poter valorizzare l’immenso patrimonio fotografico lasciatogli dal padre. Il nostro progetto prevederebbe di realizzare negli anni una serie di volumi dedicati ai grandi campioni (intesi tali dal punto di vista non solo sportivo ma anche umano) della F1 dell’Età dell’Oro, ovvero quel periodo compreso tra il 1975 ed il 2000. La scelta di partire con Elio è dovuta a più motivi. Innanzitutto, perchè trovo deprecabile che in Italia non si sia mai stata realizzata una monografia a lui dedicata. L’unico volume interamente dedicato a Elio è “Remembering Elio: The Life of Italian Driver Elio De Angelis” di Lorie Coffey, del 2006, in lingua inglese. In secondo luogo quest’anno ricorreva il trentennale della scomparsa del pilota di Elio. In terzo luogo De Angelis fu senza dubbio un “signore” sia in pista che fuori, com’è testimoniato da chiunque lo abbia conosciuto. Per questi motivi ci è sembrato giusto celebrare con un libro ed una mostra questo grande personaggio che ha raccolto, dal punto di vista sportivo, molto meno di quanto avrebbe meritato.

Quest’anno a Brisighella, in occasione del Trofeo Bandini, si è tenuta la presentazione del libro e della mostra dedicati a Dea nella giornata di venerdì 15 luglio. Puoi parlarci di quella serata?

M: La presentazione del volume che si è tenuta la sera del 15 luglio a Brisighella, a corollario della 23a Edizione del Trofeo “Lorenzo Bandini”, è stata una serata magica e nostalgica. Era presente Roberto, con la moglie, che è giunto con l’ultimo casco di Elio, l’Arai GP-N del 1986 e due tute. Questi cimeli sono stati esposti in sala mostra insieme alle foto e agli altri caschi (di Elio e dei suoi compagni di squadra) messi a disposizione da alcuni collezionisti. Nel corso della serata si sono ricordati vari aneddoti e curiosità. La serata si è quindi conclusa con la visione degli ultimi cinque giri di Elio a Zeltweg nel 1982, suo primo trionfo in F1. Questo filmato, con il commento di Mario Poltronieri, ha suscitato forti emozioni sia in chi ricordava che ai giovani che non avevano mai visto Elio correre.

Il volume contiene delle foto molto belle e suggestive, dedicate in particolare alla vita professionale di Elio. Che tipo di selezione avete operato e con quale criterio?

M: La selezione delle foto è stata senza dubbio il lavoro più difficile. La mole di scatti a disposizione era tale che si sarebbe potuto realizzare un libro di 400 pagine! Simone mi ha lasciato carta bianca in questo difficile compito ed io ho cercato di selezionare un numero di foto che potesse coprire, il più compiutamente possibile, la sua carriera. Ogni foto scartata è stata una sofferenza.

S: Il nostro interesse era raccogliere le migliori immagini che avessero però una storia dietro. Per un fotografo ogni foto ha una vita, una storia, ma se non hai nessuno che te la racconta la foto resta “semplicemente” una foto. Marco aveva aneddoti riguardante la carriera di Elio (dai piloti amici, ai compagni di squadra, ecc) e così abbiamo cercato di raccontare la sua vita attraverso imamgini che avessero dei retroscena o per lo meno qualcosa di cui parlare.