Sorta sulle “ceneri” della Valerio Maioli S.p.A., la DZ Engineering, società del Gruppo Zoli di Forlì è leader negli impianti di illuminazione e televideo controllo dei circuiti motoristici e degli stadi. L’azienda italiana è responsabile della gestione degli impianti di illuminazione, TVCC, amplificazione e radiocomunicazione del circuito cittadino di Singapore per l’evento di Formula 1 che giunge quest’anno alla nona edizione. Abbiamo contattato Roberto Grilli, responsabile della divisione Motorsport Systems della DZ Engineering per approfondire gli aspetti legati ai complessi sistemi che compongono l’impianto di illuminazione e di bandiere elettroniche presenti sul tracciato di Marina Bay.
Di Alessandro Bucci
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DZ Engeneering nel 2013 si è aggiudicata la commissione per l’illuminazione del circuito di Singapore vincendo una gara internazionale, sfidando delle multinazionali, ottenendo un contratto da tre milioni all’anno fino al 2015 (con estensione sino al 2017, di fatto attivata), per la progettazione, il montaggio e lo smontaggio degli impianti. Che importanza ha avuto questo straordinario risultato per la vostra azienda e per il gruppo Zoli?
L’aggiudicazione della commessa era importante per riconfermare la nostra leadership negli impianti speciali per i circuiti cittadini ma anche per restare attivi sul territorio di Singapore, strategica posizione per espandere il business sull’intero ASEAN market che, più di qualsiasi altro, è in continua crescita. Chiaramente, le attività che svolgiamo sul circuito di Marina Bay, hanno una risonanza internazionale che portano benefici all’intero Gruppo Zoli.
L’innovazione tecnologica per voi è sempre stato un mantra. Può parlarci nel dettaglio di che cosa consiste esattamente la ricerca in tal senso?
L’innovazione tecnologia è sempre stata (e dovrà sempre essere) il nostro punto di forza per distinguerci in un mercato in continua evoluzione ed inflazionato dalla competitività economica. E’ importante riuscire a trovare soluzioni all’avanguardia analizzando quelle che sono le richieste dei clienti per svilupparle con le più moderne tecnologie.
Può parlarci nel dettaglio del sistema di televideo controllo che sostituisce il personale negli autodromi e nelle location più piccole?
Non vogliamo sostituire il personale negli autodromi, lo scopo è quello di aumentare la sicurezza delle strutture motoristiche. Il sistema di bandiere elettroniche che proponiamo proviene dal background dei tecnici e degli ingegneri che lo hanno sviluppato per primi e che ha debuttato al Gran Premio di Singapore nel 2008. Dal quel giorno la vita dei marescialli in pista è cambiata per sempre, la tecnologia era entrata in una delle attività più tradizionali del motorsport. Noi oggi ripresentiamo lo stesso concetto ma rivisitato in chiave moderna, più leggero, più tecnologico e alla portata anche di circuiti che non ospitano eventi internazionali poiché, la sicurezza, è la priorità ovunque.
L’impianto di illuminazione di Marina Bay progettato e installato per l’evento sportivo è integrato da un sistema progettato e sviluppato da DZ Engineering. Ce ne può parlare?
Il sistema di supervisione permette a nostri tecnici di controllare, in tempo reale, ogni elemento terminale del sistema. I 1.578 proiettori per l’illuminazione di pista, le 47 camere, le 500 radio, i 36 generatori e tutti gli altri apparati, sono collegati tra loro da una capillare rete di oltre 280 km tra cavi e fibre ottiche che viene costantemente monitorata nella sala di controllo attraverso hardware e software brevettati.
Dal 2015 sopra al traguardo compare la scritta luminosa Singapore. Quali sono le motivazioni che hanno portato a questo cambiamento?
La scritta si trova sopra al tetto del corpo box. L’area era particolarmente buia per le riprese televisive così, il Ministero del Turismo, decise nel 2009 di apporre il nome della città stato. Partecipammo ad una gara d’appalto nel 2015 proponendo una soluzione innovativa tridimensionale con i colori della bandiera nazionale. L’idea piacque e quindi, dallo scorso anno, la DZ Engineering si prende cura anche di questo aspetto.
A Marina Bay la struttura integrata messa a punto per la gara comprende anche le telecamere a circuito chiuso, un sistema di diffusione audio acustico nelle aree più affollate e il sistema radio dedicato alle comunicazioni radio. Come avete affrontato questa sfida dal punto di vista tecnico e logistico?
Stiamo parlando di un circuito cittadino in una delle città più dinamiche del mondo. Il tempo necessario per l’installazione di tutti i sistemi si avvicina ai 120 giorni. Programmazione serrata, personale preparato, grande attenzione ai dettagli e soprattutto un team affiatato. Questa la ricetta che ci ha permesso fino ad oggi di affrontare questa sfida. Abbiamo cambiato il nostro modus operandi avvicinandolo di più a quello anglosassone ma mantenendo la capacità, unica di noi italiani, di saper affrontare i problemi senza affliggerci e dando il meglio nei momenti più difficili. Un cocktail perfetto, da fare invidia al Singapore Sling.
Foto di Jarno Zaffelli