F1 | Gilles Villeneuve: Io sono leggenda

Gilles è furioso e scosso: il volto tirato, l’aria offesa. Ignora Pironi sul podio. Nei giorni seguenti il pilota canadese ha parole amarissime per una presunta amicizia tradita. Ma Pironi non è Scheckter. Altra pasta. Gilles si aspetta che la scuderia prenda una posizione decisa. Lui si è dedicato allo sviluppo del motore turbo, lui è stato leale nei confronti di Scheckter nel 1979. Enzo Ferrari nel tentativo di minimizzare l’accaduto e smorzare le polemiche non difende apertamente il pilota e dichiara: “Non è importante chi vince purché vinca una Ferrari”.

Ma non fa altro che rincarare la dose. Gilles si sente abbandonato e tradito non solo dal suo compagno di squadra, ma anche dalla Ferrari. Pare che Gilles a Marco Piccinini, DS Ferrari abbia detto: “Adesso cercatevi un altro pilota”. Sullo sfondo le voci di un possibile passaggio del francocanadese alla Williams o l’idea di un team proprio.

Gilles_126C2In Ferrari la situazione è tesissima, sono passate due settimane dai fatti di Imola. È l’8 maggio 1982, ore 13:52 a Zolder, mancano pochi minuti al termine delle qualifiche del sabato: Villeneuve è indietro, è sesto. Soprattutto dietro a “quello lì” come ora chiama Pironi, che è terzo. Gilles affronta la chicane alle spalle dei box e successivamente la discesa che immette alla curva Terlamen.

È in quinta piena quando improvvisamente si trova davanti la March numero 17, guidata da Jochen Mass, il quale lo vede arrivare e si sposta subito a destra, pensando che il canadese lo superi a sinistra; Villeneuve, invece, nella stessa frazione di secondo pensa che Mass si sposti a sinistra, perché vuole affrontare la Terlamen all’interno, lungo la traiettoria più veloce, e anch’egli va quindi verso destra. La collisione è inevitabile: la Ferrari urta con la ruota anteriore sinistra quella posteriore destra della March. La vettura decolla, fa alcune piroette in aria per poi schiantarsi violentemente contro un terrapieno a bordo pista.

Gilles è proiettato fuori, con le cinture di sicurezza divelte e con il sedile della sua Ferrari; strappa la prima rete di protezione e sbatte il collo su un paletto di sostegno delle reti. Nell’urto il casco si strappa.

Soccorso immediatamente, le sue condizioni appaiono gravissime. Viene trasportato in elicottero alla clinica universitaria di Lovanio, ma i medici si trovano un corpo con le funzioni vitali ridotte. L’impatto con quel paletto, la tremenda decelerazione, la violenta trazione esercitata sul collo dalle cinture di sicurezza nel momento in cui il sedile si è staccato dal telaio, hanno causato una lesione del tronco encefalico e la rottura (con conseguente distacco) delle vertebre cervicali con gravissime lesioni midollari. In poche parole, il cervello non manda più impulsi al cuore.

Gilles, ricoverato in terapia intensiva, viene dichiarato clinicamente morto alle 21:00 ora locale. Fosse sopravvissuto, sarebbe rimasto completamente paralizzato. La moglie Johanna alle 21:12 autorizza a staccare la macchina che lo tiene in vita.

Il corpo di Gilles viene riportato in Canada il giorno successivo. Dopo i funerali a Berthierville, la salma del pilota viene cremata.

Qualcuno ha scritto su uno striscione all’autodromo di Vallelunga: “Gilles finita la tua storia, inizia la tua leggenda”.

“Gilles Villeneuve era, e rimane, uno dei più grandi eroi della Formula Uno. Solo dopo la sua morte, con la Ferrari nel 1982 fu pubblicamente riconosciuto e dichiarato il profondo sentimento che inspirava. Villeneuve personificava la definizione dell’eroe: una persona ammirata per il suo coraggio e per le sue rilevanti imprese, una persona dalle doti sovrumane; il personaggio principale di una tragedia. Ma molto di quello che è la leggenda Villeneuve fu creata da Nigel Roebuck, che negli anni 80 era uno dei più importanti giornalisti di Formula Uno. Nigel Roebuck creò l’effetto opposto per il nemico di Villeneuve, Didier Pironi”.

Queste frasi sono state riprese da un articolo scritto da Gerald Donaldson sul mensile inglese “F1 Magazine”. E’ la chiusura e l’inizio di una leggenda. Che si tramanda.

(NdA) Pironi non vinse quel mondiale, non finì quel mondiale. Morì in una gara di Off-shore. Quel giorno maledetto di Imola rimase su di lui e con lui. Franco Gozzi in un intervista racconta che qualcuno disse che Gilles lo abbia tirato per i piedi. Io credo che sia andata così.