F1 | Storia: I 100 anni Maserati e Maria Teresa De Filippis

2 dicembre 2014 – La Maserati compie 100 anni. La Casa automobilistica italiana, che pochi anni fa è stata acquistata dalla Ferrari, vanta un curriculum molto prestigioso (prova ne è il Mondiale GT1 conquistato nel 2006 con il modello MC12), legato soprattutto alle gare di durata, ma anche nelle gare di velocità, essendo tra le prime Case a partecipare al Mondiale di Formula 1. Per ricordare questo importante anniversario, ricordiamo uno dei personaggi storici di questa breve ma intensa storia, non tanto per i risultati che ha ottenuto, quanto per essere entrata comunque nella storia. Si tratta, infatti, del “Pilotino” Maria Teresa de Filippis, prima donna a introdursi nell’abitacolo di una Formula 1.

defilippismaserati3Napoletana di nascita, inizia la sua carriera quasi per scherzo, dopo aver mosso i primi passi nel mondo dell’equitazione; mai e poi mai nessuno avrebbe pensato che una donna potesse calarsi nell’abitacolo di un’auto da corsa e stupire i colleghi maschi. Tutto è iniziato con una scommessa tra lei e i suoi fratelli, che la prendevano quasi in giro pensando che non fosse abbastanza veloce. E invece, in una gara di 10 chilometri tra Salerno e Cava dei Tirreni sorprese tutti, vincendo a bordo di una Fiat 500 e annichilendo tutta la concorrnza maschile. Fu così che la sua carriera iniziò a prendere corpo, tanto che si cimenterà in gare sia di durata che di velocità, fino ad arrivare seconda nel Campionato italiano riservato alle vetture turismo nel 1954. Il “Pilotino” ormai era diventato grande e veloce e venne tenuta sotto osservazione da molti addetti ai lavori, in particolare da uno, importantissimo: Juan Manuel Fangio. Il 5 volte Campione del mondo di Formula 1 offrì la grande opportunità alla giovane Maria Teresa di mettersi in gioco nella più grande vetrina automobilistica mondiale e per farlo le cederà la 250F, la monoposto  con cui nel 1957 conqwuisterà il suo quinto Mondiale.

Questo perchè la Maserati al termine di quella stagione si ritirerà ufficialmente dalle competizioni, dandole in gestione a team privati. Infatti verrà affidata alla Scuderia Centro Sud e la De Filippis, grazie ai consigli di Fangio (che definirà “come un fratello”), arriverà a cimentarsi con i più forti del mondo. E non lo farà in uno scenario qualunque, ma nel Gran Premio più prestigioso della storia della Formula 1, a Montecarlo. Il suo debutto ha incuriosito tutti e lei, come se niente fosse, si infila tuta, casco jet, occhialoni e si lancia nell’impresa di tentare di qualificarsi a quella gara. Ma purtroppo a fermare le ambizioni della giovane pilota italiana ci pensarono il cronometro e il regolamento dell’epoca, che ammise alla gara solo i primi 16.  La De Filippis girò in 1’50”, quasi 6 secondi oltre l’ultimo riscontro utile per qualificarsi. Destino incrociato che condividerà con un altro personaggio semisconosciuto che risponde al nome di Bernie Ecclestone. Ma la De Filippis è intenzionata a riprovarci.

mariateresadefilippis4L’occasione sarà su un altro circuito storico, Spa-Francorchamps, in cui vennero ammessi alla gara tutti i piloti che segneranno un tempo per qualificarsi. Il “Pilotino” arriverà lontano, molto lontano, a quasi 44 secondi dal poleman Tony Brooks. Ma a lei non interessava, la storia l’aveva già scritta: per la prima volta una donna prende parte a un Gran Premio. E fece suo l’insegnamento di Fangio, “Se vai troppo veloce, prendi troppi rischi”. Finì ultima, decima e doppiata di 2 giri, ma la gara fu portata a termine e questo, per la giovane napoletana, fu motivo di enorme soddisfazione. Ma il mondo maschilista si rivoltò contro questa giovane e talentuosa ragazza. Infatti, la gara successiva saranno proprio i pregiudizi contro le donne a escluderla dalla gara, in Francia, dove il direttore di gara le dirà “L’unico casco che una donna dovrebbe portare è quello del parrucchiere” e la escluse dalla gara. Ma Maria Teresa non ci sta, vuole continuare nella sua avventura, tanto più che con il passare delle gare la sua sicurezza migliora, così come i suoi risultati, almeno in qualifica. Già, perchè in Portogallo, pur partendo sempre ultima, arriverà a 15 secondi dal poleman, ma in gara si ritirerà dopo solo 6 giri per la rottura del motore. Ma la beffa più grande ce l’avrà sulla pista di casa, a Monza. Qui, infatti, la De Filippis si qualifica ultima ma riesce a percorrere 57 giri prima dell’esplosione del motore.  Era in ottava posizione, sarebbe stato il risultato più bello della sua carriera, che avrebbe premiato il lavoro suo e del suo grande maestro Fangio. Il destino ha voluto diversamernte e non ha dato il giusto risalto a questa donna che ha osato sfidare i maschi.

defilippismaserati1Marian Teresa De Fiilippis, però, è intenzionata a riprovarci e dopo aver saltato l’ultima gara stagionsle in Marocco, sul circuito Ain-Diab, si ripresenterà ai nastri di partenza della gara di Montecvarlo, che è la prima della stagione. Partirà con una nuova vettura, la Porsche del team di John Behra, mancando la qualificazione per pochissimo, 1 secondo. Ma sarà ptoprio l’incidente di Behra, nellì’agosto di quell’anno mentre guidava un’auto di soccorso nel Gran Premio delll’AVUS (gara che il “Pilotino” doveva correre), a chiudere per sempre la carriera della giovane napoletana, che per oltre 20 anni non ha voluto sentir parlare di motori. Ci tornerà nel 1979, quando si unirà al Club degli ex-piloti di Formula 1, divenendone Vicepresidente nel 1997.

Ma il legame più forte rimane senza dubbio quello con la Maserati, il marchio che ha fortemente creduto in lei e l’ha portata in alto, per il quale  fonderà un club nel 2004 che tuttora dirige. E alla veneranda età di 85 anni si è divertiva a riprendere in mano il volante della sua 250F e percorrere per alcuni giri il circuito di Monza, quello che avrebbe potuto regalarle la soddisfazione più grande della sua carriera ma che invece si è rivelato solo un sogno sfumato per poco. Quello che però rimane è la piccola storia scritta da questa piccola donna coraggiosa, vera pioniera dell’automobilismo che grazie ai consigli di un fuoriclasse come Fangio ha fatto strada.


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Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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