Monza, 17 luglio 2014 – L’Autodromo Nazionale di Monza sta diventando ogni giorno di più oggetto di discussione e sta entrando nell’occhio del ciclone a causa delle inchieste giudiziare che ruotano intorno a esso, ma anche e soprattutto per i centri di interesse che stanno sorgendo, tra chi vuole la sua demolizione, chi vuole salvaguardarne la tradizione storica e chi lo sta gestendo in modo non del tutto cristallino, come le recenti inchieste giudiziarie stanno dimostrando.
Ma cosa sta accadendo veramente intorno all’Autodromo Nazionale? Partiamo dalla fine: è notizia di qualche giorno fa il sequestro da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza, convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari, della somma di 3 milioni di Euro per il reato di frode fiscale (emissione di fatture per operazioni inesistenti) dato dall’emissione di biglietti in nero e, appunto, la falsa fatturazione per girare l’intero ammontare nelle casse di Claudio Viganò, Presidente della SIAS, la Società che gestisce l’Autodromo per conto dell’ACI Milano, il cui Consiglio di Amministrazione sarà a breve rinnovato.
Quest’ultimo insieme a Enrico Ferrari, è indagato per l’emissione di cui sopra (Ferrari in qualità di direttore della Sias stessa), dopo che la Procura di Monza aveva voluto vedere chiaro sulla gestione dell’Autodromo nel corso degli ultimi anni e aveva già in precedenza aperto diversi fascicoli nei confronti dello stesso Ferrari, coinvolto in un giro di false fatturazioni dal 2007 al 2011 e dallo scandalo delle bolle all’asfalto della Parabolica durante la gara della Superbike, che ha fatto infuriare la Dorna.
Ma dietro il nome di Ferrari si “celano” diversi personaggi, coinvolti a vario titolo nelle inchieste e non solo, tra cui nomi che fanno direttamente riferimento all’ACI di Milano, il cui Consiglio direttivo è in scadenza di mandato ed è prossimo al rinnovo. E, come è emerso da un’inchiesta di “Report” di qualche mese fa, c’è stato un giro di nomine a seguito del commissariamento deciso dall’allora Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che coinvolgeva una “parentopoli” di personaggi vicini al Ministro stesso e ad altri affiliati al Governo allora in carica (tra cui l’avvocato siciliano Geronimo La Russa, figlio dell’allora Ministro della Difesa Iganzio), oltre al Presidente di ACI Milano, Carlo Valli. E ci sarebbe stato un ingente debito maturato nei confronti dell’ACI centrale da parte del Club meneghino, transitati su fondi di Viganò, che se ne sarebbe appropriato in modo indebito.
Ma a chi fa gola una miniera d’oro da 60 milioni di Euro (questo sarebbe il valore stimato del Gran Premio)? Molto probabilmente non a Bernie Ecclestone, che ha annusato l’aria che tira in Brianza e pochi giorni fa ha lasciato intendere che nel 2015, se le condizioni rimanessero quelle attuali, andrebbe in scena l’ultimo Gran Premio d’Italia sulla pista più veloce del Mondiale. E certamente non fa gola alle Associazioni ambientaliste, che stanno combattendo una strenua battaglia per la chiusura dell’Autodromo (è notizia di oggi che il TAR di Milano ha dato ragione l’ACI Milano in merito alla regolarità della concessione per l’utilizzo del Parco di Monza da parte dell’Autodromo). Teoricamente, un interesse per così dire contrapposto potrebbe essere quello della Ferrari, che sarebbe ben felice di ospitare il Gran Premiio d’Italia all’Autodromo del Mugello, di sua proprietà, anche se a Monza la Scuderia di Maranello ha costruito praticamente tutta la sua storia.
Potrebbe senz’altro fare gola a chi si sarebbe reso responsabile (se le accuse verranno confermate) di diversi ammanchi nel corso degli anni, per costituire un tesoretto da gestire a fini estranei rispetto alla gestione dell’Autodromo (che versa in uno stato di incuria). Da qui discenderebbero una serie di episodi che potrebbero essere considerati “di contorno”, ma che negli sviluppi futuri della vicenda potrebbero avere un peso non indifferente. Un esempio è stato il recente appiedamento (poi fatto rientrare nel giro di pochi giorni) di Luigi Vignando, telecronista e speaker ufficiale dell’Autodromo, che aveva costituito la società “Monza Informa” prefiggendosi il fine di custodire e valorizzare il patrimonio storico e culturale dell’Autodromo (tra cui anche un progetto per il recupero delle sopraelevate).
Il giornalista e speaker dell’Autodromo ha però un ruolo di rilievo sia per quanto riguarda il presente che per quanto potrebbe riguardare le scelte future che riguarderanno il futuro dell’Autodromo. Il perchè è presto detto: è scaduto oggi il termine per la ricezione da parte del Notaio delle schede per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di ACI Milano mentre il 22 luglio si svolgeranno le operazioni di voto in sede, con Valli nuovamente candidato alla Presidenza e tutto il Consiglio di Amministrazione precedente in corsa per la rielezione. Tutto o quasi (e questa è la sorpresa), perchè a essere fuoriuscito dalla lista è proprio Geronimo La Russa, che a sua volta ha fondato una lista concorrente (“Sport e Rinnovamento”) insieme, tra gli altri, all’ex-pilota di Formula 1 e attuale comentatore tecnico per RaiSport Ivan Capelli, candidato alla presidenza. La nuova lista ha espresso disappunto per le scelte operate dal precedente Consiglio, che con le scelte operate avrebbe fatto allontanare l’interesse di pubblico e investitori verso l’Autodromo. Questa nuova lista ha incontrato l’entusiasmo di molti, tra cui lo stesso Luigi Vignando. Il 22 luglio sapremo quale sarà il destino di uno dei circuiti più veloci del mondo e il più longevo nella storia della Formula 1.