F1 | Scalabroni: ”Horner è l’uomo sostituibile in casa Red Bull”

La prima gara che ha visto trionfare la Red Bull, non ha spento le voci che vedevano al scuderia anglo-austriaca al centro di una bufera. Sulla questione, durante la puntata di Pit-Talk si è parlato proprio del litigio tra Horner e Josh Verstappen e del possibile addio di Max.

La prima gara dell’anno ha visto trionfare in pista la Red Bull di Max Verstappen, seguita da Sergio Perez. Nonostante il dominio della scuderia anglo-austriaca, al di fuori della pista ci sono diverse questioni che vedono Horner al centro di una bufera, a cui si è aggiunto anche Max Verstappen. In particolare al centro della vicenda creata, oltre i problemi ormai noti che vedono coinvolto Horner, si parlerebbe di una presunta lite tra Horner e il papà di Max Verstappen, Josh. Tutto ciò sembra aver allontanato il pilota olandese dalla scuderia di Milton Keynes. Durante la puntata di Pit-talk, l’ingegner Enrique Scalabroni è intervenuto a tal proposito.

”Se si cambia Horner non succede niente, se si cambia Verstappen è un problema grosso,  lei cambia Newey è un altro problema e se lei mette il dottor Helmut Marko ancora peggio. Dunque il più debole lì è Horner. Quindi Horner l’uomo all’anello debole della catena ed è anche l’uomo sostituibile. Il problema è che con lui tutto funziona, se ci metti qualcun’altro al suo posto, ciò potrebbe non accadere. Sicuramente sarebbe colui che se sostituito porterebbe a meno problemi. Se va via Newey anche se la macchina è uguale, non è più la sua macchina.”

La seconda vicenda nata nelle ultime ore vede Verstappen accostato alla Mercedes. Proprio sul possibile cambio di vettura dell’olandese, si è espresso l’ingegnere. ”Se vince questo sarebbe il quarto mondiale. Dunque dopo non possiamo pretendere che lui (Verstappen) resti in una squadra che, dopo l’addio dell’Honda, avrà bisogno di due o tre anni per trovare il motore e la quadra giusta. Penso che il problema sia lì. Non c’è un’altra ragione. A meno che un’altra squadra non offra più soldi, in quel caso la situazione sarebbe diversa. Un problema grosso della Red Bull è che non c’è più Mateschitz. Lui diceva cosa fare e loro seguivano”.