All’inizio della stagione, il pilota della Mercedes George Russell aveva esclamato con estrema sicurezza che la Red Bull avrebbe vinto tutte le gare. Ci è andato vicino, anche se in quel momento le sue parole lasciavano qualche dubbio.
Unica riga Rossa nella lista delle 21 gare a marchio Red Bull è la vittoria di Sainz a Singapore.
Osservando i colori della classifica finale sembra raffigurare una ferita aperta. Sicuramente lo è per il team di Maranello e per tutti i Tifosi che vorrebbero vedere una Ferrari all’altezza, ma quest’anno sono stati sofferti su pista i buoni propositi di inizio anno letti su carta.
La delusione di Ferrari e Mercedes
Tralasciando le sfortune, nelle ultime gare della stagione abbiamo visto Charles Leclerc ritrovare l’entusiasmo in pista, dopo un inizio di stagione sofferto a causa di un set up della vettura che non si sposava con il suo stile di guida – senza dimenticare tutti i problemi derivanti dal progetto della SF-23.
I piloti della Rossa ci sono: adesso è necessario che gli venga data una vettura che sia in grado di lottare per il campionato, anche se non sarà così semplice alla luce dell’upgrade degli altri team, in particolare McLaren.
Mercedes riesce a conquistare il secondo posto nel campionato costruttori, dopo una lotta serrata durante l’ultimo GP di Abu Dhabi con Ferrari – distante solo 4 punti.
La prima parte della stagione il team di Brackley ha conquistato diversi podi con un Lewis Hamilton competitivo, riuscendo a strappare la pole position anche nel GP d’Ungheria.
Non si può dire lo stesso di un deludente George Russell che è riuscito a salire sul podio soltanto ad Abu Dhabi. Anche la W14 ha deluso le aspettative.
McLaren e Aston Martin: sviluppo e retrocessione
Nel corso della stagione ci sono stati due team che hanno invertito la loro rotta ma, nel complesso, hanno fatto meglio del 2022: Aston Martin e McLaren.
In particolare, Fernando Alonso ha trascinato il team per quasi tutta la stagione, terminando fuori dalla zona punti solo 3 gare su 22.
Dopo la prima parte della stagione, il progetto della AM23 ha fatto un passo indietro, mentre è venuta alla luce la McLaren, con due piloti in grande forma.
Doverosa menzione a Oscar Piastri, giovane promessa, che è riuscito a portare a casa – nella stagione del suo debutto – la sua prima vittoria nella gara sprint del GP del Qatar.
Progressi anche nelle retrovie
Il balzo in avanti è stato fatto dalla Williams, grazie ad un Albon solido, consistente e competitivo.
Ricordiamo che il tailandese è riuscito a tenere dietro le due auto più veloci dell’Alpine durante il Gran Premio del Canada – finendo in 7° posizione (la più alta in griglia insieme al GP d’Italia).
Non c’è stato alcun confronto con il debuttante Logan Sargeant, che nonostante le difficoltà del primo anno in F1, il team principal della Williams ha speso parole di supporto per l’americano.
Piccola rinascita per il team AlphaTauri (dal prossimo anno sarà Racing Bulls) – dopo il via vai di piloti nella prima parte di stagione ed il ritorno di Ricciardo in F1.
Il team di Faenza ha portato a casa i 25 punti nelle ultime gare, chiudendo con l’MVP Tsunoda per l’ottima performance del GP di Abu Dhabi.
Anonime restano Haas e AlfaRomeo, che con l’ultimo GP lascia definitivamente la F1 per restare nelle mani di Sauber.