F1 | Vandone su Red Bull e Budget Cap: “È una FIA a due velocità”

Fabiano Vandone, curatore e presentatore di Chrono GP, ai microfoni di Pit Talk ci parla dei risultati in F1 di Ferrari e della penalità comminata a Red Bull dalla FIA.

Fabiano Vandone ed il motore Ferrari
© Alta Visione Network

Fabiano Vandone, curatore e presentatore di Chrono GP, ha discusso con Antonio Granato nel Pit Talk del lunedì sera sullo stato delle cose in Ferrari e sulla decisione FIA in merito al Budget Cap infranto da Red Bull.

Si inizia con la querelle di quest’anno, la penalità inflitta dalla Federazione Internazionale dell’Automobile alla Red Bull di sette milioni di dollari ed il dieci per cento di ore sviluppo in galleria del vento e CFD (Computational Fluid Dynamics, le simulazioni al computer del comportamento aerodinamico) per la macchina del 2023.

Molte delle parole spese dai team principal di F1 sono centrate sul paradigma più spendi, più ottieni; Vandone non trova una regola perfetta in questa frase.

Carlos Sainz e la Ferrari F1-75 al GP del Messico.

“Ci sono monoposto che nascono con un progetto di sviluppo continuo, gara per gara; altre progettate per essere sviluppate in step, come nel caso di Ferrari e della F1-75, con il primo pacchetto messo a disposizione dal Gran Premio di Spagna.”

Continua Vandone: “i team inglesi come Red Bull, al contrario, hanno macchine progettate per ricevere aggiornamenti continui, quindi una vettura che parte con maggiori difficoltà tecniche che vengono appianate continuamente durante il campionato.”

Fatta questa premessa, Fabiano ci spiega che avere a disposizione un budget da distribuire su uno sviluppo continuo probabilmente ha maggiori probabilità di aumento performance rispetto a chi prevede pacchetti di aggiornamento che hanno solo valori simulati, ma che permettono di controllare meglio il budget a disposizione.

Penalità Red Bull: giusta o no?

Vandone vede una FIA a due velocità: quella che, nel 2019, rapidamente ha fatto pagare pesantemente a Ferrari una presunta irregolarità per la quale nessuno sa nulla, visto l’accordo trovato all’epoca.

Per il campionato in corso, solo in ottobre 2022 riusciamo a capire di che penalità si parla per un team che ha ammesso l’irregolarità; penalità che non inficerà nel risultato 2021 e che de facto non porterà deficit di performance per il 2023.

“Le macchine del 2023 sono già state disegnate e, in alcuni casi, è già partita la produzione; di certo non si sta limitando la prossima stagione; si è solo vista una federazione con due velocità, due pesi, nell’applicazione delle sentenze.”