F1 | Le bugie di Red Bull sui fatti di Interlagos

Un comunicato Red Bull ripercorre falsamente cosa accaduto all'ultimo giro del GP del Brasile tra Verstappen e Perez.

perez verstappen brasile 2022

La scuderia Red Bull ha rilasciato in giornata un commento sui quanto accaduto durante il Gran Premio del Brasile. A questo link troverete il comunicato ufficiale, ma che riportiamo come immagine qui di seguito, nel caso in cui decidano di eliminare il commento:

comunicato red bull perez verstappen interlagos

 

 

Per bontà di cronaca, ed onestà intellettuale nei confronti degli appassionati di F1, vogliamo “smontare” due cose di quanto dichiarato dai neo campioni del mondo.

Fact-checking sul comunicato

Tralasciando il primo commento di carattere generico, passiamo alla terza riga del comunicato. “Purtroppo, Max è stato informato solo all’ultima curva della richiesta di rinunciare alla posizione senza che tutte le informazioni necessarie fossero trasmesse.

FALSO: durante la diretta televisiva, Verstappen veniva avvisato via radio mentre attaccava curva 6, ossia a nove curve dal traguardo. Ricordiamo inoltre che i team radio vengono trasmessi in televisione con qualche secondo di ritardo.

Quarta riga: Questo ha messo Max, che è sempre stato un giocatore di squadra schietto e leale, in una situazione compromettente con poco tempo per reagire e non ne era nostra intenzione.”

FALSO: Verstappen è stato contattato altre tre volte via radio; mancavano nove curve alla bandiera a scacchi, il tempo non era un problema.

Predicare bene e razzolare male

L’ultima parte del comunicato parla delle frasi di odio e di presunte minacce verso piloti, team e familiari, cose deplorevoli e che sicuramente fanno male allo sport, se non che siano gli stessi familiari dei piloti a disseminare odio sui social.

In un tweet pubblicato e poi cancellato, la madre di Max Verstappen, Sophie Kumpen, ha risposto ad una critica nei confronti del figlio parlando di come Perez “tradisca la moglie ogni sera”.

 

 

 

Una frase di odio, tanto odiato e combattuto da Red Bull, che fa riferimento al gossip di Monaco ’22 riguardante Checo ed i suoi festeggiamenti dopo la vittoria a Montecarlo. Della questione non è stato montato un caso perché non c’era nessun caso da montare.

È comprensibile che un team di F1 non sia responsabile dei parenti dei piloti, specie su questioni che nulla centrano con il motorsport.

Piuttosto, si pretende da un team di F1 che possa definirsi tale, di avere la decenza di non raccontare bugie sui fatti di pista.