martedì, Dicembre 3, 2024

F1 | Zeltweg 1975: danzando sotto la pioggia

Anteprima storica del GP di Stiria, settima prova del mondiale di F1 2021 andando a rileggere il racconto della famosa edizione della corsa del 1975, nella stessa location di Zeltweg  ma su un tracciato – il vecchio Österreichring – molto differente nell’aspetto. A vincere quell’anno fu l’indimenticabile Vittorio Brambilla.

 

| a cura di Federico Sandoli

 

Il Gran Premio d’Austria (e contemporaneamente Gran Premio d’Europa) fu non solo la 12esima prova del campionato del mondo 1975 ma anche il primo match point di Lauda e della Ferrari per il mondiale. All’austriaco, infatti, bastava arrivare a punti davanti ai suoi concorrenti diretti oppure vincere la corsa.

In Emilia c’era fermento – visto che dal 1964 il titolo manca a Maranello – ma anche molte aspettative. La 312-T è un gioiello di macchina che nelle mani di Lauda diventa imbattibile.

Già dal venerdì la Ferrari numero 12 impone la sua legge e la sua superiorità, annichilendo gli avversari e segnando il miglior tempo alla fine delle qualifiche. Al sabato, le colline intorno al circuito si riempiono d’italiani, una rossa cosi forte merita di essere osservata e contemplata nell’apogeo del suo trionfo. A ridosso della sessione la pioggia comincia a cadere disturbando non poco lo svolgimento delle prove e causando diversi incidenti, tra i quali ricordiamo quello di Carlos Pace (che distrugge la sua macchina fortunatamente senza conseguenze fisiche) e quello di Henton con la Lotus (che piroettando nella pista umida urta cosi violentemente da procurarsi la lussazione di una spalla).


Di fatto la pioggia del sabato cristallizza le posizioni del venerdì e consegna al pubblico una Ferrari in pole position.

 

Alla domenica, durante il warm-up, il pilota della Penske, Mark Donohue, patisce lo scoppio di un pneumatico finendo fuori pista e contro dei tabelloni pubblicitari. Giudicato subito grave, il pilota viene trasferito all’ospedale dove muore per le ferite riportate.

Dopo l’incidente di Donohue il fornitore di pneumatici GoodYear decide di ritirare la mescola usata dallo sfortunato pilota americano, andando ad imporre una gomma più dura e sicura.


Ma la gara (ovviamente!) non era in discussione. Al via Lauda prende la testa davanti a James Hunt mentre a chiudere il plotone dei primi sei c’è Vittorio Brambilla con la magnifica March arancione e griffata da Beta Utensili. 


Nel corso dei primi giri Lauda tiene agevolmente la testa su Hunt mentre dietro Brambilla inizia a rimontare posizioni. Vittorio attacca Pace e lo passa, poi mette nel mirino Regazzoni e, complice un problema al cambio del ticinese, sorpassa la Ferrari con una guida ardita, quasi come un equilibrista su un cavo sospeso e si avvicina ai primi due.


Vittorione – così era chiamato nei box – già  in Svezia aveva fatto sognare tant’è che il suo team manager, il compianto Max Mosley, si fece scappare che “Su una Ferrari in cima alla classifica ci dovrebbe essere lui e non Lauda!”, tra l’altro poco simpatico a tutto l’ambiente della F1.


La pioggia non sembra dare tregua ai piloti in pista, anzi aumenta addirittura la sua intensità. Lauda, in testa, comincia a rallentare vistosamente, il pensiero va inevitabilmente alla conquista del campionato. Hunt, al secondo posto, vedendo l’austriaco rallentare decide di infilarlo e portarsi in testa. A Brambilla, poco dopo, non pare vero poter affiancare la rossa numero 12 e passarla e una volta al secondo posto, dai box gli espongono il cartello di rallentare, di accontentarsi, ma complice una sbavatura di Hunt, l’italiano lo passa per portarsi in testa.

 


Imponendo un ritmo di 4 secondi più veloce rispetto a tutti gli avversari, la March 751 si ritrova a far cosa a se fino a quando l’impraticabilità della pista obbliga il direttore di corsa a fermare la gara prima del raggiungimento delle due ore e

Vittorio Brambilla taglia vittorioso il traguardo, con il curioso episodio – capitato dopo la linea del traguardo – che forse dettato da un calo di concentrazione porta la March a carambolare contro il guardrail distruggendo il musetto.


Con una macchina tutta danneggiata all’anteriore, Vittorione raggiunge il podio per festeggiare mentre Lauda giunto sesto, si porta a mezzo punto dall’iride e da appuntamento ai tifosi a Monza.

Questa è la storia di Vittorio Brambilla, la cui impresa, non raccontata o solo in parte dalle TV, è stata tramandata dai presenti. Mio padre fu uno di questi e nove anni dopo a Montecarlo, vedendo Senna protagonista di quella famosa gara con la modesta Toleman, si lasciò scappare un: “Sembra Brambilla!”.

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