La stagione 1977 del Campionato Mondiale di F1 è particolarmente singolare, soprattutto perché ha rischiato di non essere disputata. La tragica scomparsa di Tom Pryce, in un fatale incidente non dovuto ai rischi delle corse in senso stretto, ha praticamente fatto passare in secondo piano qualsiasi risultato sportivo. Il mondiale è stato vinto da Niki Lauda su Ferrari, la quale si è aggiudicata anche il titolo Costruttori.
| a cura di Fabrizio Bianchini
Facendo un passo indietro, l’accordo tra la World Championship Racing (associazione formata dagli organzzatori di gran parte dei Gran Premi) e i costruttori partecipanti al mondiale di F1, viene trovato in extremis. La WCR non è infatti disposta a pagare più di 250.000 dollari di ingaggio a gran premio, aggiungendo una percentuale variabile in base alla differenza dell’incasso rispetto all’anno prima.
I costruttori non ci stanno e minacciano di organizzare un Campionato di F1 alternativo. Fortunatamente, il 21 di dicembre l’accordo viene raggiunto e il mondiale parte l’8 Gennaio. Le gare sono in tutto 17, una in più rispetto all’anno precedente. Si parte in Argentina sul circuito di Buenos Aires e si conclude in Giappone, al Fuji International Speedway.
Dal punto di vista tecnico, a partire dal Gran Premio di Silverstone, la Renault fa il suo esordio in F1. La scuderia francese partecipa a quattro Gran Premi come costruttore, dimostrandosi però inaffidabile e non riuscendo a concludere nemmeno una gara. La RS01 è infatti una monoposto interamente realizzata in proprio, con motore turbo e gomme Michelin, affidata esclusivamente a Jean Pierre Jabouille.
Brabham mantiene i motori Alfa Romeo, Ligier è motorizzata dalla Matra, BRM e Ferrari producono l’intera vettura in proprio. Tutti gli altri team corrono con il motore Ford Cosworth DFV.
Sul fronte gomme, a parte la Michelin che fornisce in esclusiva la Renault, tutti gli altri team montano pneumatici Goodyear. In occasione del Gran Premio del Giappone, i tre team nipponici (Meiritsu, Kojima e Heroes Racing) utilizzano rispettivamente Dunlop e Bridgestone.
I piloti protagonisti della stagione sono tanti: la McLaren oltre a James Hunt e Jochen Mass, iscrive una terza vettura in occasione del Gran Premio d’Ighilterra a Silverstone: al volante un pilota canadese, praticamente sconosciuto: Gilles Villeneuve.
La scuderia britannica fa la stessa cosa a Monza, affidando la terza vettura al promettente italiano Bruno Giacomelli. Ferrari schiera la 312 T2 con Niki Lauda e Carlos Reutemann, mentre la Shadow si presenta con Renzo Zorzi e Tom Pryce, pilota britannico di talento che ha raccolto un podio nella stagione ’76 in Brasile.
La Lotus schiera la Lotus 78 affidata a Mario Andretti e Gunnar Nilsson, mentre la Tyrrell con la P34 a sei ruote, corre con Ronnie Peterson e Patrick Depailler.
Fin dalle prime gare, si capisce che il mondiale se lo giocheranno Niki Lauda con la Ferrari e James Hunt con la McLaren. 5 marzo 1977, Kyalami, Sudafrica.
Dopo la pole position messa a referto da James Hunt nelle qualifiche del sabato, la gara è un testa a testa tra il pilota britannico della McLaren e Niki Lauda sulla Ferrari.
Durante il ventunesimo giro, Renzo Zorzi è costretto a parcheggiare la sua Shadow per un problema tecnico. Sulla monoposto del pilota italiano si sviluppa un principio di incendio e, gli addetti alla pista, complice la vicinanza con il muretto box, si attivano immediatamente per spegnere le fiamme.
La pista sudafricana è molto veloce e, il tratto dove la Shadow di Zorzi viene parcheggiata, è di gran lunga il peggiore: dopo il tratto di curva 6 e 7 (“Le Esse”), i piloti affrontano curva 8 denominata Leeukop Bend. Dall’uscita della 8, si è praticamente a gas spalancato fino alla staccata di Curva 1 (Crowthorne Corner).
Le velocità in quel punto toccano agevolmente i 300 orari e, cosa ancora peggiore, il rettilineo non è in piano: proprio in corrispondenza del punto in cui la Shadow di Zorzi è stata parcheggiata, la pista “scollina”, rendendo di fatto impossibile ai piloti in transito vedere ciò che sta accadendo.
Un ragazzo di diciannove anni, Frederik Jansen van Vuuren, attraversa la pista con un estintore sotto braccio, nel tentativo di aiutare un collega a spegnere le fiamme. La March di Hans-Joachim Stuck e la Ligier di Jacques Laffite riescono a evitare i due inservienti, purtroppo Tom Pryce non è così fortunato e centra in pieno il ragazzo.
Immaginatevi cosa può fare il profilo di un alettone anteriore che investe un uomo a quella velocità, e allo stesso tempo cosa può succedere ad un pilota che prende in faccia un estintore che pesa mediamente 20 kilogrammi. Aggiungere ulteriori particolari sarebbe irrispettoso sia per Pryce che per quel povero ragazzo vittima di protocolli di sicurezza inesistenti. Se siete persone sensibili, non andate a vedere i video dell’incidente.