In Bahrain la prima gara stagionale emoziona e svela quello che i test avevano fatto intuire. Mercedes non è più sola. Almeno per ora la Red Bull Honda gli è addosso. Ne esce una gara superba il cui risultato è dipeso da un episodio. Ferrari? Ancora dietro, si sapeva.
Che spettacolo vien da dire dopo aver gustato una gara così intensa e tirata. Alla fine l’ha spuntata Lewis Hamilton con un capolavoro di gestione gomma sia nel secondo stint che nel finale di gara. Verstappen ha perso la prima di 23 battaglie ma può sorridere. La Red Bull Honda è al livello di Mercedes, forse ora addirittura più forte.
Di sicuro vince la Formula 1 che mentre si danna l’anima per inventarsi cose poco sensate per aumentare il proprio spettacolo rischia di trovarsi – finalmente- tra le mani una stagione incandescente. Mercedes e Red Bull, con le loro strategie – discutibile quella dei bibitari -, hanno messo le macchine una addosso all’altra negli ultimi 15 giri lasciando ai piloti il piacere di sfidarsi.
Una corsa così non la si vedeva da un pezzo. Red Bull ha peccato di presunzione convinta di avere in mano la gara senza far i conti con l’esperienza di Lewis Hamilton. Una vittoria del genere fa bene anche a lui. La sua Mercedes non era favorita, non era l’auto più veloce eppure ha vinto lo stesso. Alla faccia di quelli che dicono che vice solo perché ha la miglior macchina. Noi compresi.
Verstappen si è battuto come un leone mostrando una maturità e una consistenza che se mantenuta lo candida davvero al ruolo di sfidante al titolo. E’ giovane ma sulle spalle ha già 7 stagioni d’esperienza. Ieri Hamilton l’ha passato, sul perché poi abbia dovuto restituire la posizione , possiamo parlarne a lungo. La direzione gara talvolta ha aree non chiare. Incomprensibile. Red Bull poteva attendere una eventuale penalità a fine gara, sarebbe arrivata seconda lo stesso.
Dietro a loro Bottas, lontano e a solito opaco. Paga anche un errore del suo box. Mercedes è sempre perfetta ma ora corre col fiato sul collo. L’errore è un caso o magari un sintomo di nervosismo. Nel garage l’aria che si respira è quella da battaglia tosta, pesa.
Sotto al podio la lotta per il quarto posto è vivissima. McLaren e Ferrari lottano ma a spuntarla sono gli inglesi. La rossa porta a casa un sesto e un ottavo posto con rispettivamente Leclerc e Sainz, pochino. Era una pista di motore e il miglioramento si è visto, soprattutto in qualifica. In gara la Ferrari ha faticato, mi auguro di sbagliarmi ma tutti questi progressi sono nulli se migliorano ovviamente anche gli altri. Fare podi, con Mercedes due Red Bull, le McLaren sarà dura. Fare podi era l’obiettivo dichiarato, in Ferrari guardano a Imola con ottimismo. Sarà una pista verità.
Dietro è stato un piacere vedere Alonso scazzottare con Raikkonen e Vettel come più di 10 anni fa. Tsunoda ha debuttato alla grande, il Giappone già ne è innamorato. Schumacher e Mazepin col botto. Nikita pianta la sua HAAS a muro in curva 3 facendo rizzare i capelli a chi ricorda cosa è successo lì pochi mesi fa. Schumi jr. raggiunge il traguardo, è più fortunato del compagno perché perde la macchina in modo simile ma senza andare a muro. Da rivedere, entrambi.
Vettel troppo brutto per essere vero. In due giorni due penalità, sbavature e un incidente. Stroll a punti. Un disastro.