La F1 potrebbe presto affrontare una delle sue più grandi rivoluzioni della storia. Dal budget-cup che ridimensionerà la categoria alla probabile uscita di scena di grandi team come Renault e Mercedes. E proprio a riguardo della casa di Stoccarda si è espresso ieri, in maniera importante, Gian Carlo Minardi.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
La trama si infittisce. Mercedes resta, Mercedes vende. Chissà. Ad ogni modo dobbiamo registrare un’altra, importantissima, voce legata allo spinoso argomento. Questa volta è quella di Gian Carlo Minardi che tramite le colonne della propria testata web ha riportato quanto segue:
“Voci provenienti dall’estero parlano di una Mercedes pronta a cedere il team a fine 2021, restando in F1 solamente come fornitore di motore. Ola Kallenius, attuale Presidente Mercedes sembra avere un potere molto più forte, rispetto al suo predecessore, sul team, come si è visto in occasione del Gp d’Australia. Nonostante Toto Wolff fosse favorevole a correre, è arrivato il diniego da parte di Kallenius”
Ricordiamolo. Le voci di vendita del team Mercedes non sono certo di queste settimane. E’ già qualche mese che si sta parlando di tutto questo a causa del cambio al vertice – l’introduzione al ruolo di Kallenius – già avvenuto e ora il tutto è stato aggravato dalla situazione della pandemia da Covid-19.
E’ fuori discussione che Mercedes, come gli altri costruttori coinvolti in F1 – spenda tanto, tantissimo per mantenere il team con le attuali spese che il circus comporta. E’ da registrare, però, che Mercedes – nel recente passato – ha puntualmente smentito tutte le voci di addio che si rincorrevano confermando l’attuale impegno fino al 2025.
Ora, considerato che dal prossimo anno è stato approvato il budget-cup a 145 milioni (cifra che scenderà gradualmente nel corso dei prossimi anni) chissà se Mercedes non ci possa ripensare e intraprendere la strada che ha iniziato – almeno a parole – la Ferrari, ovvero quello di reinvestire le risorse umane che inevitabilmente dovranno essere tagliate su altri progetti di motorsport.
Inoltre, se Mercedes dovesse davvero vendere il team, innumerevoli scenari si aprirebbero per la F1 che verrà. Scenari su quale realtà possa rilevare un team che ha riscritto la storia della F1, con i suoi mondiali a ripetizione e le innovazioni tecnologiche che ha portato ed i cui asset farebbero gola a chiunque.
Oppure anche scenari di mercato, con Hamilton che – per forza di cose – essendo in scadenza rinnoverebbe per un solo anno per poi fare cosa nel 2022? Ritiro? Ferrari? O altro?
E poi Toto Wolff, che ha acquistato una quota azionaria – e che comunque potrebbe avere un ruolo attivo rilevante – della neonata Aston Martin Racing F1 (approfondimenti qui: F1 | Toto Wolff acquista azioni Aston Martin | F1 | Toto Wolff dirà addio alla Mercedes?).
Tutto questo, invece, da credito all’ipotesi di abbandono di Mercedes a fine 2021. Abbandono che, come ha ribadito Minardi, non impatterà con gli impegni presi con i team in merito alla fornitura dei propulsori. Ecco quindi che Williams, McLaren – e molto probabilmente la stessa Aston Martin – sarebbero al sicuro sotto questo punto di vista.
Mercedes, ad ogni modo e al di la di come andrà la sua vicenda, non è l’unica indiziata a ripensare ai destini del proprio team di F1. In questi giorni anche la Renault – e ve lo avevamo anticipato su queste colonne (F1 | Alonso: dubbi sul ritorno in Renault) – affronta delle profondi discussioni interne, aggravate dal fatto che nel prossimo luglio un nuovo amministratore delegato – italiano – si siederà al posto più importante della Regie.
Ora, l’aggiornamento degli ultimi giorni parlano anche di dinamiche interne alla regione francese secondo le quali alla Renault vi saranno degli importanti tagli – si parla di due miliardi di euro, fonte Roberto Chinchero – che serviranno al rilancio statale (in quanto possessore di una quota azionaria di Renault) post epidemia.
Indubbiamente l’annata 2021-2022 potrebbe segnare in maniera netta un solco tra il prima e il dopo, una linea di demarcazione senza precedenti tra quella che era la F1 di ieri e quella che sarà di domani.
Francesco Svelto