F1 | Binotto contro i processi decisionali in materia di pneumatici

La scuderia guidata da Mattia Binotto ha messo in dubbio l’attuale processo decisionale, a seguito del dibattito sulle gomme a passo ridotto adottate per la stagione 2019.

di Filippo Toffanin

Mattia Binotto torna sulla decisione di mantenere le gomme per la stagione invariate, varata in Austria dopo che Ferrari stessa si era fatta promotrice di una mozione per tornare alle specifiche della stagione 2018. La proposta è stata infatti respinta, visto il mancato raggiungimento del quorum del 70% (sette team su dieci). I costruttori si sono divisi a metà: cinque a favore, cinque contrari.

Il team principal di Maranello ha messo in dubbio la soglia, sostenendo che avrebbe avuto senso se fosse stata applicata anche a monte della decisione presa ad inizio stagione.

I meccanismi attuali mi sembrano sbagliati, ha ribadito Binotto.

“Non  ha senso chiedere una maggioranza simile, quando la stessa non è richiesta per mettere in atto la scelta in prima istanza. Se potessimo decidere ad inizio stagione con una maggioranza del 70%, allora sarei d’accordo nell’applicarla ad eventuali proposte di variazione”.

Binotto lascia così intendere che l’attuale specifica degli pneumatici ostacoli la rincorsa di Ferrari e Red Bull a Mercedes.

“Sono molto dispiaciuto della mancata approvazione (della mozione – ndr), sarebbe stata una grande opportunità per riequilibrare la competizione“.

Tuttavia, il responsabile del muretto Ferrari non vuole incolpare Pirelli della situazione.

Non ha nulla a che vedere con Pirelli, stanno facendo il loro massimo. Quest’anno abbiamo persino avuto una loro lettera, con specifiche tecniche indicanti il degradamento standard e i delta time tra le varie mescole. Certo, non specifica quale dovrebbe essere la finestra d’esercizio”.

Mattia Binotto torna a parlare di gomme, puntando l'indice contro i processi decisionali alla base della scelta coperture per il 2019.

Ed è proprio l’aspetto delle temperature a penalizzare maggiormente i piloti delle Rosse, che si trovano ad avere range di utilizzo delle coperture molto stretti.

“Certamente le gomme sono difficili da portare a temperatura, si surriscaldano quando scivolano o quando ci troviamo dietro un’altra auto. Qualcosa deve essere fatto in futuro per migliorare, tuttavia non credo che Pirelli debba supportare maggiormente questo o quel team. Il loro focus deve essere nel far avere alle squadre il miglior prodotto possibile per la F1. Da par nostro dobbiamo fare in modo di capire quale sia il miglior processo decisionale, per far si che una situazione come quella di questa stagione non abbia a ripetersi”.

Diverse sono le voci di dissenso levatesi nel corso di questa stagione, in materia di pneumatici. Come abbiamo avuto modo di documentare negli scorsi mesi, il tema è sicuramente caldo in ottica 2020-2021. Ma ancora una volta, si tratta di dichiarazioni un po’ paradossali. La sensazione è che in Ferrari si cerchi ancora una volta di spostare l’attenzione da quelle che sono le vere criticità della SF90, figlia di un interpretazione sbagliata del regolamento e probabilmente di un deficit di potenza dell’unità ibrida del Cavallino.

Una cosa è certa – cambiare i regolamenti in corsa non può essere la soluzione ai mali di una monoposto non performante. Un atteggiamento che stupisce, soprattutto pensando al famoso affaire del 2013, sempre in materia di pneumatici. Stravolgimento regolamentare, travestito allora da misura di sicurezza, che diede il là alla rincorsa mondiale della Red Bull di Sebastian Vettel – fino ad allora zoppicante – proprio ai danni di Ferrari e Fernando Alonso.

Esattamente quello che proponeva di fare la Scuderia qualche settimana fa.

Filippo Toffanin