La Ferrari, dopo le decisioni in pista prese a Baku dai commissari e soprattutto ora che Jean Todt ha convocato Vettel davanti al tribunale della FIA il 3 luglio, non rilascia dichiarazioni ufficiali e continua nella sua politica del basso profilo. E il campione tedesco rischia penalizzazioni.
di Federico Sandoli e Giulio Scaccia Follow @GiulioScaccia
Enzo Ferrari si sarebbe fatto sentire. Eccome. Le dichiarazioni a caldo di Maurizio Arrivabene sono le uniche su cui fare affidamento per conoscere la posizione della Ferrari per i fatti occorsi durante il Gran Premio dell’Azerbajian.
Il Team Principal al termine della gara, ha affermato:
Credo che quanto è successo oggi sia sotto gli occhi di tutti, a iniziare dall’episodio al primo giro, con Kimi spinto contro le barriere, per passare a quanto accaduto a Sebastian nel giro di ripartenza della safety car. Non è da noi entrare in polemiche, ma mi sembra di poter dire che certe decisioni, nel dubbio, non risultano mai favorevoli al nostro team.
E all’indomani del discusso Gran Premio tenutosi a Baku, uno tzunami di critiche e discussioni ha travolto i media sia per il tipo di circuito ma soprattutto per l’azione condotta da Vettel nei confronti di Hamilton. E anche ora, dopo la decisione di Jean Todt di convocare davanti al tribunale della FIA il tedesco, nulla arriva da Maranello. Todt in questi anni non è stato mai tenero con la Rossa, chissà per quale recondito, motivo, dimenticando che è stato parte del successo della Ferrari dell’era Schumacher, ma è anche grazie alla scuderia di Maranello che si trova dove è ora.
Nel fiume di parole e dichiarazioni quindi fa scalpore il silenzio della Ferrari: la scuderia italiana dallo scorso anno ha deciso di evitare ogni tipo di esternazione alla stampa, scelta plausibile viste le figuracce della passata stagione, ma spesso dimentica che il suo fondatore sapeva apparire con dovizia nei media accendendo e spegnendo ogni tipo di discussione. Facendolo al momento opportuno.
Come avrebbe preso il Vecchio l’azione del tedesco? A posteriori è difficle da dire, di sicuro non l’avrebbe gradita. Il Drake di un pilota, oltre che alle abilità di guida, era solito anche apprezzarne il valore etico: non dimentichiamoci infatti che Surtees venne licenziato perché reo di aver passato dei suggerimenti alla Lola di marca un po’ troppo modenese e nessun comportamento dei piloti avrebbe mai dovuto infangare il nome o il marchio Ferrari.
La Ferrari silenziosa di questi giorni, invece, dà l’idea di essere prigioniera della sua prima guida, un buon professionista del volante dai nervi troppo fragili, che però garantisce alla squadra quei successi necessari alla fama della scuderia. Di contro, il non commentare le voci che vorrebbero Alonso tornare a Maranello sono un messaggio a Vettel reo di vincere ma non convincere?
Rimpiangiamo i tempi del Vecchio che nei suoi silenzi spesso faceva parlare le azioni, come regalare uno zampone a Natale a qualcuno e sentirsi ringraziare nonostante gli avesse dato del maiale.