Quinta uscita di Beastly Days dedica alla giornata speciale che ha vissuto Pastor Maldonado al Gran di Spagna del 2012.
Il personaggio: Pastor Maldonado. Oppure “Crashdonado”. Dipende dai punti di pista. Comunque sia, Maldonado non è un pilotino qualsiasi buttato li a caso. Certo ha corso principalmente per i suoi sponsor, inutile negare, ma se nasci nella poverissima Venezuela non puoi pretendere di trovare un Ron Dennis che ti vede sfrecciare con delle soap box car e t’ingaggia. Appoggiato, l’abbiamo, detto ma anche dotato di un discreto talento. Altrimenti, come lo spiegate il suo trascorso alla Draco Racing dei coniugi Morini? Ed è proprio con la casa di Pontremoli che Maldonado si mette in luce. Sfiora il titolo 2006 di World Series Renault, e passa in GP2 già l’anno successivo. Nei primi 3 anni, tante delusioni e un titolo che non sembra arrivare mai. Manco quando salta sulla super competitiva Art Grand Prix e ha un avvio di campionato straordinario. A rovinarli la festa, ci pensa il compagno di team Hulkenberg in piena ascesa. Chiude il campionato 2009 in sesta posizione, lontanissimo dai primi. Per Maldonado il treno della F1 sembra passato. Come passa anche il sedile della Art che lo scarica alla Rapax. Una bocciatura in piena regola. Maldonado, però, non si da per vinto e lotta fin da subito. A sorpresa coglie nel 2010 il titolo di GP2, salutando il campionato cadetto con 10 vittorie complessive; record ancora oggi da battere. Nel 2011 debutta in Williams che ha appena, curiosità, lasciato andare Hulkenberg. Maldonado corre da rookie una stagione con pochi acuti e tanti ritiri. Dai, per un rookie ci sta. Nel 2012 dovrebbe arrivare la sua consacrazione e la speranza, a lungo coltivata, di staccarsi d’addosso l’etichetta di sfascia macchine. La Williams del 2012 potremo definirla come un’operazione di nostalgy marketing. Via i vecchi e obsoleti Cosworth, dentro i nuovi V8 Renault. Tanti saluti a Barrichello, e benvenuto a Bruno (Lalli) Senna. Mettici pure qualche righino in pieno stile, ma non troppo, Rothmans Racing e voilà che il gioco è fatto. Peccato che tira tanto commercialmente quanto va piano in pista. In Spagna, però, al box Williams si respira un aria diversa.