F1 | Ferrari F1-86, la mesta fine di un ciclo

La Ferrari F1-86 chiude il ciclo delle vetture di Maranello con il cambio trasversale. Sarà anche l’ultima con il motore turboo a V di 120°. Una stagione deludente che porterà anche all’addio di Harvey Postlethwaite.

Il 1985 si era concluso con il secondo posto di Michele Alboreto e con un brutto finale di stagione, minato dall’affidabilità delle turbine. La vettura del 1986 doveva prendere una difficile eredità. La coppia dei piloti è ancora il milanese insieme a Stefan Johansson. La sensazione fin dalla presentazione e dalle dichiarazioni di rito fu quella di una sorta di vettura di transizione, in attesa del nuovo motore V di 90°. E così fu. Michele Alboreto tra l’altro , consapevole delle difficoltà che si stavano manifestando in seno alla Ferrari, rifiutò una offerta in Williams per attaccamento a Maranello e questa fu una svolta negativa e determinante per la sua carriera.

Per gli annali, la F1-86 sarà la Ferrari più potente, almeno in qualifica. Il suo propulsore denominato tipo 032, con una doppia turbina Garrett, erogava una potenza di 850 CV, che nel corso della stagione diventeranno 890. La versione da qualifica raggiungeva  i 1.100 CV.La F1-86 raggiungerà in prova al Paul Ricard i 347 km/h!

Purtroppo queste grandi potenze venivano mal supportate dal cambio trasversale a cinque marce, che si rivelò un tallone di Achille. Infatti per l’anno successivo si passerà alla trasmissione longitudinale.

Inoltre, proprio la conformazione del motore, non permise una adeguata rastremazione del posteriore, per realizzare quella che allora era definita “Coca Cola”; la vettura di Maranello era così meno efficace dal punto di vista aerodinamico delle monoposto con motori a V più stretta quali Honda, Porsche e Renault.

Dal punto di vista estetico di questa Ferrari colpiva l’ampia carenatura del roll bar ed un posto guida ancora più avanzato. La F1-86 risulterà una vettura scorbutica, insieme a problemi di smaltimento termico: queste due caratteristiche completeranno il quadro di una delle peggiori Ferrari mai scese in pista.

Nessuna vittoria, un numero importante di ritiri, di cui fu vittima soprattutto Michele Alboreto. A fine stagione la Ferrari conterà quattro terzi posti con Johansson e un secondo posto in Austria con Alboreto. A Monza forse l’unica gara da ricordare. Grazie ad una modifica alle sospensioni anteriori la Ferrari rimase a lottare con le Williams. Poi un testacoda e la rottura del motore fermarono Alboreto. Johansson riuscì ad artigliare il gradino più basso del podio dietro a Piquet e Mansell. Quarto posto finale in classifica costruttori.

Il 1986 sarà anche un annata di lotte intestine in seno alla scuderia tra i progettisti del telaio ed i motoristi. A fine stagione a fare le valigie sarà Harvey Postlethwaite. Per l’anno successivo, per una F1 che cambia, arriveranno John Barnard e Gustav Brunner. Nella stagione successiva infatti saranno limitate le prestazioni dei motori turbo, che erano ormai diventati dei veri e propri mostri.

Ma quella che sarà la stagione 1987 sarà argomento di ulteriori approfondimenti.

 

Giulio Scaccia
Giulio Scaccia
Giornalista ed appassionato, seguo la Formula 1 dal 1978. Da Gilles Villeneuve a Michael Schumacher, sempre la Ferrari nel cuore.

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