L’ACI ha deciso di intitolare la Parabolica a Michele Alboreto, a 20 anni dalla morte. Dopo la Variante Ascari, dunque, a Monza ci sarà la Curva Alboreto.
Segnate questa data: 11 settembre 2021, il giorno della Sprint Qualifying. Quello sarà il momento in cui l’Autodromo renderà il grande tributo al pilota milanese, a 20 anni dalla sua scomparsa.
Una data non casuale. Anche perché oltre a celebrare il ventennale del dramma del Lausitzring (tracciato su cui pochi giorni dopo quella data ricorrerà un altro tragico ventennale, quello di Alex Zanardi) sarà il 33esimo anniversario di quella che forse è l’ultima impresa di Alboreto: la doppietta con Gerhard Berger sul circuito monzese a poche settimane di distanza dalla scomparsa del Drake.
Una data storica per l’automobilismo italiano, che ha reso omaggio al più grande genio che la storia mondiale delle quattro ruote abbia mai conosciuto. Michele in quel momento forse già sapeva che il suo posto sarebbe stato preso da Nigel Mansell ma è sicuramente entrato nel cuore di Enzo Ferrari e dei tifosi italiani andando a sfiorare il titolo mondiale al volante di una Ferrari. Un’impresa che sarebbe potuta arrivare 32 anni dopo Alberto Ascari. Due miti dell’automobilismo milanese, prima ancora che italiano, che idealmente si ricongiungono proprio lì, a Monza, a un chilometro di distanza.
Michele ha lasciato un grande vuoto dopo la sua scomparsa, anche perché nessun pilota italiano è più riuscito a ottenere gli stessi risultati del milanese. La generazione di piloti che si è formata in seguito, da Fisichella a Trulli, Badoer, Liuzzi fino ad arrivare a Giovinazzi non ha certamente sfigurato, arrivando anche a ottenere delle affermazioni. Ma nessun altro è riuscito ad arrivare tanto vicino alla conquista del titolo mondiale.
Un uomo riservato, mai sopra le righe e allo stesso tempo fortissimo, tanto da riuscire ad aggiudicarsi con il suo vecchio compagno Stefan Johansson anche la 24 Ore di Le Mans in team con Tom Kristensen (in quella che sarebbe stata la prima delle nove affermazioni del danese). Impresa che avrebbe tentato di ripetere nel 2001 ma purtroppo l’incidente del Lausitzring ha chiuso per sempre il sogno di un bis che aveva tutte le premesse per essere realizzato.
A 20 anni di distanza, dunque, l’automobilismo italiano rende omaggio a quello che è stato uno dei più grandi talenti che siano mai stati forgiati, attraverso l’intitolazione di una delle curve più iconiche del circuito sul quale Michele è cresciuto; un tributo tanto atteso e quanto mai doveroso.