F1 | “Don Ruspa” ricorda De Angelis e Senna

In occasione del Modena Motor Gallery abbiamo incontrato Don Sergio Mantovani, meglio conosciuto come “Don Ruspa”. Punto di riferimento per molti piloti all’autodromo di Imola, l’iconico personaggio romagnolo ha rilasciato alcune curiosità al nostro microfono, esprimendo un personale giudizio nei confronti della Formula 1 che ha amato maggiormente. Il giorno di Natale riportiamo i suoi ricordi anche a proposito del mito Ayrton Senna.

Di Alessandro Bucci

Ci sono personaggi che solo a star loro vicini per brevi momenti, si viene letteralmente investiti dal carisma e dall’energia che sono in grado di sprigionare. Nel caso di Don Sergio Mantovani, iconica figura del Motorsport, questa sensazione è palpabile, grazie alla grande forza positiva che il sacerdote è in grado di trasmettere. Per chi non lo sapesse, Don Sergio Mantovani, oltre ad essere stato grande amico di Enzo Ferrari,  era il sacerdote e confidente di tanti piloti, dal momento che svolgeva il ruolo di confessore presso l’autodromo di Imola.
Vi starete domandando l’origine del soprannome affibiato a Mantovani. Ebbene, il sacerdote fece letteralmente abbattere durante la notte una piccola pieve gotica pericolante nel modenese (asserendo  che era pericolosa per i cittadini) per far posto ad una casa di riposo adibita agli anziani. Un’azione mossa dal cuore ed effettuata in piena ribellione, dal momento che la Sovrintendenza aveva negato l’autorizzazione a procedere. Le gesta di “Don Ruspa” furono riportate persino dal New York Times, giusto per darvi l’idea della portata della “folle” iniziativa intrapresa da Mantovani.

Tra i tanti piloti amici e confidenti di “Don Ruspa”, possiamo annoverare Juan Manuel Fangio, Lorenzo Bandini, Niki Lauda ed Elio De Angelis, sino a campioni più recenti che hanno solcato con le loro monoposto il tracciato del Santerno.

Ludovico Scarfiotti è stato un amico per lei. Che ricordi ha?

Sa, innanzitutto ricordo suo padre, che veniva con Ferrari a vedere la cappellina e rimaneva sempre molto colpito dagli affreschi. L’altro giorno è venuto a trovarmi il figlio di Scarfiotti invece e la cosa mi ha fatto molto piacere. Quanto a Ludovico Scarfiotti, posso dire che correva più per passione che per altro, ma lo hanno frenato molto nella sua carriera.

Sbaglio o lei aveva un rapporto molto speciale con Elio De Angelis e la sua famiglia? Tanto che si rese protagonista di un gesto immenso nei loro confronti.

Elio era un signore. E’ morto in un test al Paul Ricard, si è staccato l’alettone e lui ha girato come una trottola e poi non c’è stato più niente da fare. Dopo nemmeno un anno trascorso dalla tragica morte di Elio, suo papà mi portò un dipinto meraviglioso del ‘600 e lo misi nella mia chiesa. Dopo quindici giorni la televisione aveva iniziato a dire che Giulio De Angelis, papà di Elio appunto, era stato sequestrato e io capii che dovevo fare qualcosa. Così chiesi al vescovo di andare da lui e fu un’esperienza un po’ dolorosa, ma non rinnego niente. Il vescovo, dopo che gli raccontai le mie “avventure” (Mantovani si offrì in cambio di De Angelis ndr), mi disse che se avesse saputo dove andavo esattamente, non mi ci avrebbe mai mandato! (ride ndr) Tutti gli anni a Montecarlo, quando c’era la gara, andavo dalla famiglia De Angelis e celebravo la Messa. Vengono sempre i figli, i nipoti, è un ricordo a cui Giulio tiene tanto, pensa che mi manda a prendere persino con l’aereo! E’ rimasto un bel legame tra noi, molto cristiano potrei affermare. Elio era molto umile, una persona intelligente. Se fosse venuto alla Ferrari, sarebbe stata una cosa stupenda.

Può parlarci della scuola materna di S. Caterina intestata ai grandi piloti del passato?

Ma certamente! La scuola materna l’abbiamo dedicata ai piloti che c’erano allora: Juan Manuel Fangio, Stirling Moss, Wolfgang von Tripps che purtoppo morì dopo poco. I piloti di un tempo erano più semplici. Quello delle corse è un mondo che frequento ancora di tanto in tanto, però non è più quello di una volta, su questo non ho dubbi.

Domanda di rito: che cosa ne pensa della F1 contemporanea?

La Formula 1 del giorno d’oggi è molto sofisticata. Un tempo c’era più calore umano nell’ambiente, i piloti erano amici tra loro. Ora per carità, ci sono dei piloti anche simpatici, ma non riescono ad incontrarsi tra loro. Quando celebravo la messa a Imola, c’erano Pironi, Prost, Luca Cordero di Montezemolo…e pensa, davo loro l’assoluzione in modo che rimanessero dov’erano, visto che molte persone venivano all’autodromo solo per vederli (ride ndr).

Un suo ricordo su Ayrton Senna, la leggenda brasiliana.

Senna era stupendo. Una persona unica. Nella rifinitura della sua tuta aveva sempre una scritta: “Nessuno può togliermi l’amore che Dio ha per me”. Questa frase fu riportata anche sulla sua tomba. Era un ragazzo d’oro. Due anni fa l’anniversario a Imola è stato incredibile. Senna rimarrà sempe nel nostro cuore.