F1 | Ungheria 1989: il ruggito del Leone

In Ungheria, nel 1989, Nigel Mansell regala ai tifosi della Ferrari uno dei suoi capolavori. Tanto bello quanto inaspettato , l’inglese batte le McLaren di Senna e Prost.

Il 1989 è l’anno dell’ennesima rivoluzione in F1. Dopo essere stata dominata dal Turbo, la federazione decise di sopprimere questa tecnologia ormai fuori controllo. Le macchine dotate di turbina riuscivano ad esprimere piu di 1000 cv in assetto da qualifica, rendendo il pilota un accessorio senza la minima possibilità di controllo in caso di incidenti o inconvenienti tecnici.

La nuova Formula 1 prevedeva soltanto motori aspirati da 350 cm/cubi con architettura che variava dagli 8 ai 12 cilindri.

Al muretto Ferrari debuttava Cesare Fiorio, Nigel Mansell era il sostituto di Michele Alboreto e Barnard dopo tre anni di “gestazione” finalmente mise in pista la tanto sospirata 639 dotata di cambio elettroattuato.

Nonostante queste novità la stagione fu quasi un monologo della McLaren Honda e dei suoi piloti Prost e Senna.

Mansell_UngheriaA sorpresa il primo Gran Premio  fu appanaggio della Ferrari di Mansell che, per la prima volta, riuscì a percorrere tutto la gara senza incorrere ai problemi al cambio che lo avevano afflitto fin dalle prime prove in pista.

Dopo la gara di apertura, una lunga serie di ritiri avava caratterizzato la stagione del leone.

Qualche sprazzo di competitività permise all’inglese di piazzarsi al secondo posto in Francia ed in Inghilterra mentre in Germania Mansell, seppur lontatno dalla coppia Mclaren di testa, per qualche momento riuscì a mantenere il giro piu veloce in gara, riuscendo a piazzarsi al terzo posto.


Il circus si spostò in Ungheria dove la Ferrari, nonostante l’impegno, dopo le qualifiche piazzò Berger in quinta posizione e Mansell addiritura in dodicesima.
In pole position Patrese e Caffi, al terzo posto, attirarono le attenzioni dei tifosi e dei telespettatori delusi dalla Ferrari ma esaltati dalle posizioni di vertice dei nostri piloti.