Alonso vinse il Gran Premio di Gran Bretagna 2011 60 anni dopo la prima vittoria di una Ferrari con Gonzales
Un 2011 carico di speranze. Così, in poche parole, il tifo rosso vedeva la vigilia della stagione 2011 di Formula 1. Un anno, quello passato, dove il titolo piloti era sfuggito per un soffio, ma che aveva mostrato il dualismo Alonso – Ferrari in assoluta crescita. Sembrava un meccanismo già molto ben oleato il rapporto tra Alonso e la Rossa di Maranello. L’arma per la stagione 2011 fu denominata F150 in onore dei centocinquanta anni dall’unità d’Italia, ma fu poi ribattezzata “150 Italia” per evitare guerre legali con la Ford, proprietaria del nome “F150”.Già questa “querelle” sul nome fu il presagio ad una stagione tutt’altro che positiva, con Alonso e la Ferrari schiacciati dalla netta superiorità di Vettel e della Red Bull che vinsero a mani bassissime il mondiale. Quel giorno, però, a Silverstone, Alonso allungò di un’altro anno la striscia di stagioni con almeno una vittoria della Ferrari. Si arrivò a diciotto, lasciando al 1993 l’anno dell’ultima stagione “in bianco” per la Ferrari.
Si arriva a Silverstone per la nona prova del mondiale F1 2011 con i campionati piloti e costruttori ormai ben indirizzati verso Milton Keynes per la seconda volta di fila. Vettel e la Red Bull RB7 sono delle macchina da guerra. Solo una strepitosa gara in Cina di Hamilton e il pazzo Gran Premio del Canada, con vittoria di Button, hanno impedito al Wonder Boy tedesco di calare giù un clamoroso filotto. Per la Ferrari, invece, solamente le briciole: tre podi in otto gare e un distacco in classifica piloti già pesantissimo. Non solo, la Ferrari sembra essere pesantemente in debito di prestazioni anche nei confronti della Mclaren, reale seconda forza del campionato. Neanche la vena combattiva di Alonso riesce a raddrizzare il mondiale. L’Asturiano è protagonista veri e propri capolavori, come ad esempio la partenza a Barcellona, ma spesso vanificati da una Ferrari assolutamente non all’altezza. A influire nettamente sulle dinamiche della stagione, è senza dubbio l’arma in più della Red Bull: un sistema di scarichi soffianti sul diffusore estremamente efficiente. Non estremo come la Lotus (che praticamente aveva posizionato gli scarichi all’inizio delle pance) ma neanche poco funzionali come quelli della Ferrari, questi scarichi accoppiati ad un telaio sempre al top rendevano la Red Bull un fulmine in ogni situazione. Fino a quel giorno a Silverstone dove la sorte, finalmente sorrise a qualcun’altro.