F1 | Berger e Prost: troppo nervosismo in Ferrari

La situazione in casa Ferrari sembra confusa e dettata dal nervosismo. I risultati latitano e con essi anche la fiducia nei membri del team; c’è aria di rivoluzione e le recenti voci di mercato non fanno altro che rendere ancora più rovente la situazione. A questo si aggiungono le voci di due grandi del passato ferrarista, Gerhard Berger e Alain Prost, che si sono detti pessimisti sulla possibilità che la Ferrari torni in auge.

Berger-HockenheimL’austriaco vede in Ferrari una situazione di confusione generale, lontana anni luce dall’organizzazione precisa che Michael Schumacher aveva impresso al team e che aveva portato alla serie di successi più lunga della storia della Formula 1, e che ricorda molto l’epoca in cui lo stesso austriaco aveva vestito la tuta del Cavallino. Una confusione all’italiana, così la definisce Berger (che è stato il primo team manager a portare Vettel al successo, ndr) intervistato dalla Bild am Sonntag, dettata dal fatto che gli uomini di Maranello non riescono a gestire la pressione che viene dall’alto, ovverosia dai proclami di Sergio Marchionne ripetuti dallo stesso Sebastian Vettel sul fatto che la Ferrari in questo 2016 deve vincere il titolo.

prost_brasile_90-940x504Alain Prost, dal canto suo – intervistato da MinuteAuto.fr -, vede in un nervosismo di fondo la causa dei guai che stanno affliggendo il Cavallino e le difficoltà di gestirlo, che genera un inevitabile stato di confusione. Entrambi sono concordi nel ritenere che la mancanza di una leadership come quella di Michael Schumacher, Jean Todt e Ross Brawn abbia contribuito a questa situazione che si è protratta negli anni e che ha portato alla mancanza di risultati.

Inevitabile dire che, forse, in questi anni si sono fatte anche delle scelte che hanno pesato e non poco sull’ambiente: il valzer di piloti, dirigenti e tecnici ha portato all’insorgere di situazioni problematiche che non solo hanno portato alla crisi di risultati che conosciamo, ma anche l’individuazione di soluzioni che sembravano definitive e che invece si sono rivelate problematiche, per non dire fallimentari, ha contribuito non poco al nervosismo serpeggiante nell’ambiente, anche nella stagione in corso. Con buona pace dei sogni iridati di Marchionne.