La Mercedes vince il Gran Premio d’Australia, sul circuito dell’Albert Park. Primo Nico Rosberg, secondo Lewis Hamilton. E questa già una mezza notizia. Ma la nota importante che arriva da Melbourne, oltre alle Frecce d’Argento ancora vincenti è la Ferrari che dimostra, almeno in gara, di essere non superiore ma almeno alla pari con le vetture di Stoccarda.
di Giulio Scaccia
La prima gara del mondiale è stata a tratti bella, per i duelli. Drammatica ma per fortuna a lieto fine per l’incidente tra Alonso e Gutierrez. Emozionante per la sfda tra Mercedes e Ferrari. Ma andiamo per ordine.
Dopo le prove serpeggiava delusione tra gli addetti ai lavori. La Ferrari di Sebastian Vettel dietro di quasi un secondo alle Mercedes di Hamilton. Sembrava la cronaca di un mondiale già assegnato Ma c’era un dato. Vettel e Raikkonen avevano rinunciato all’ultimo tentativo e, nota positiva, i distacchi erano praticamente la metà di quelli dello scorso anno. Certo non era da festeggiare, sicuro. Ma anche da valutare che la Mercedes ha portato una evoluzione della vettura dello scorso anno, mentre la Ferrari ha rivoluzionato l’intero progetto: di conseguenza maggiori possibilità di sviluppo ma tante incognite da affrontare e gestire. Non ultimo la difficoltà, che rimane un punto cruciale per il mondiale della Rossa, di mandare in temperatura velocemente le gomme e cercare la prestazione sul giro seccon in qualifica.
Ma andiamo alla gara. Le due Ferrari di Vettel e Raikkonen sono scattate al comando, con una partenza che ha ricordato molto lo start del Gran Premio di Ungheria dello scorso anno. Da qui una bella cavalcata di Vettel, fino alla bandiera rossa per il drammatico incidente, per fortuna senza conseguenze, tra Alonso e Gutierrez. Qui la Mercedes ha ricostruito la sua gara, con una scelta corretta delle gomme medie, al contrario della Ferrari che ha insistito con le super Soft. Errore strategico del muretto della Rossa. Prendiamone atto.
La Mercedes ha dimostrato l’importanza di aver girato tanto a lungo con le Medium a Barcellona. Se qualcuno se ne chiedeva il motivo, ecco la risposta. La Ferrari invece ha pagato la scelta della mescola degli pneumatici, un errore ai box che ha fatto perdere secondi preziosi al tedesco ed un ultimo errore di Sebastian, per cercare l’impossibile.
Nel frattempo Kimi Raikkonen aveva abbandonato la compagnia per la rottura della power unit.